Di fronte ai pur meritori interventi registrati dei tre candidati Martin Schulz, Alexis Tsipras e Jose Bové, alla fine, sull’Europa, prevale l’immediatezza del messaggio lanciato da Maurizio Landini sul palco del congresso Arci: «In questi anni si è affermato un modello in cui sono stati definiti vincoli, economici e monetari, che stanno mettendo in discussione l’idea stessa di un Europa sociale e dei popoli. In Italia siamo arrivati a inserire il pareggio di bilancio in Costituzione, e subire senza battere ciglio la lettera-diktat della commissione Ue. Da questo ‘punto di fondo’ – avverte il segretario della Fiom – dobbiamo ripartire, con un’azione comune. E se vogliamo davvero riaffermare l’idea di una trasformazione sociale, di un cambiamento sociale, non dobbiamo contarci ma agire assieme».

Gli applausi, fortissimi, che salutano l’intervento di Landini non riducono comunque la portata – anche simbolica – dei saluti e dei rapidi riassunti dei temi fondanti la campagna elettorale di Schulz, Tsipras e Bové. Il candidato del Partito socialista europeo interviene in italiano: «Il dibattito si è talmente appiattito sugli spread, il debito, il deficit e il Pil, che è proprio la cultura a pagarne il prezzo. La cultura della diversità, della socialità, della condivisione di conoscenza e di esperienza». Di qui il riconoscimento del valore dell’associazione: «L’Arci è baluardo di questa cultura, e anche di molti valori fondamentali dell’Ue, contro le sirene del nazionalismo, della xenofobia e dell’euroscetticismo. Il vostro impegno in favore della solidarietà, dell’integrazione e della diversità è un contributo indispensabile».

Schulz però finisce per banalizzare, parlando dell’Arci come di una «realtà che varrebbe la pena esportare». Perché l’associazione da anni opera a tutto campo, nello scenario europeo e in quello extracontinentale. Ben lo sa Alexis Tsipras, che subito ricorda le pratiche di mutualismo avviate da Syriza, in tandem con l’Arci, in una Grecia che resta simbolo delle politiche di austerity. «I nostri rapporti – sottolinea Tsipras – nascono dal Social forum di Genova, e non sono mai venuti meno».

A seguire, il cuore della proposta della Sinistra europea per le elezioni di maggio: «La nostra battaglia è per non lasciare nessuno da solo. I popoli devono uscire dalla crisi in piedi e non in ginocchio, mettendo al bando l’austerità e il fiscal compact, varando un piano per abbattere il debito e favorire gli investimenti pubblici. L’Europa va ricostruita nel segno della coesione sociale, per restituire alle nostre società la dignità perduta».

In ultimo Jose Bové, che insieme a Ska Keller è il candidato dei Verdi europei, pone invece l’accento sul contrasto al populismo, considerato come uno dei principali pericoli. «Bisogna combattere per ricostruire un’Europa solidale, combattere la crisi anche contro gli estremismi e i neopopulismi che cercano di strumentalizzarla. Un’Europa della solidarietà, per ottenere più giustizia sociale».