I telespettatori di una certa età non possono aver dimenticato la fisionomia di Claudio G. Fava (1929-2014) cui era affidata negli anni settanta e ottanta la presentazione in video di cicli cinematografici che egli curava in prima persona, da Luis Buñuel al western, da Fellini al noir francese di cui era un tenace partigiano, per quanto potesse esserlo una persona tanto raffinata e affabile. Pacato, chiaro nell’esposizione pure attraversata dal brivido costante del dubbio come dai moti dell’erudizione, una punta di ironia nel sorriso e il papillon sulla immancabile grisaglia, quel porgere così elegante e inconsueto somigliava alla scrittura di...