Cultura

Panorama Monferrato, «civili conversazioni» artistiche

Panorama Monferrato, «civili conversazioni» artistichePatrick Tuttofuoco, Drop the body, 2021 e Fuck Limen, 2024

Mostre diffuse La quarta edizione di «Italics», rete istituzionale che collega 74 gallerie di arte antica, moderna e contemporanea, nel lembo sud est del Piemonte

Pubblicato 27 giorni faEdizione del 7 settembre 2024

Lontano dalle rotte e dai luoghi d’arte, ormai preda di un overtourism consumistico e cieco verso monumenti e architetture, nel lembo sud-est del Piemonte, tra le province di Alessandria e di Asti, il Monferrato e poco più in là a toccare le Langhe, si sta manifestando da qualche tempo una voglia di far arte che merita di essere conosciuta.

A movimentare questo desiderio di rinascita culturale sono, tra le altre, le rassegne di Lunetta 11 a Monbarcaro (l’edizione 2024 di Buona Fortuna Ribelli s’inaugura il prossimo 14 settembre anche a Dogliani), con l’ulteriore cura a Torino di Casa Gramsci. Come va segnalato pure l’innovativo progetto di turismo culturale di Landandart, partito a Vicoforte con l’installazione Miracle di Emilio Ferro alla Cappella di san Rocco quale prima tappa di un itinerario che intende legare attraverso commissioni di site-specific tutte le cappelle votive del territorio avendo come fine l’arrivo al Santuario della Natività di Maria che, oltre a essere luogo di pellegrinaggio, accoglie le spoglie di Vittorio Emanuele III e della moglie.

Claire Fontaine, untitled, No present, 2013

D’altronde, non va dimenticato che questi sono luoghi attraversati da grandi e piccole storie: dall’importante Rinascimento piemontese, che si sa a esempio Spanzotti amato da Testori, alle tante testimonianze resistenziali al nazifascismo. Ma è anche la terra in cui è nato Slow Food. Qui, fino all’8 settembre, ha luogo con Panorama Monferrato, la quarta edizione di Italics, rete istituzionale che collega ben 74 gallerie di arte antica, moderna e contemporanea. La scelta del curatore, caduta sullo studioso d’arte del ‘500 Carlo Falciani è stata felicissima. Infatti, Falciani ha scovato in un libro proprio del XVI secolo, celebre al tempo in cui è stato pubblicato, la chiave per poter realizzare il proprio progetto curatoriale in alcuni piccoli borghi del comprensorio monferrino. Il libro in questione è La civil conversazione di Stefano Guazzo che ha come ambientazione proprio Casale Monferrato. Questo dialogo ebbe molte edizioni tra la sua uscita nel 1574 e il Settecento. Fu apprezzato anche oltralpe da Montaigne e pure in Inghilterra.

Interessante, dunque, il riferimento a un testo, peraltro scritto in forma di dialogo, che riesce a parlare con la contemporaneità. D’altronde come nota Falciani: «Nei nostri anni è sovente leggere interpretazioni del Rinascimento e sopratutto degli anni in cui fu scritta La civil conversazione, dove da quel momento della storia viene identificato con la radice iniziale dell’antropoceneri». Ecco dove si individuano gli inizi di quelle fratture che l’umanità ha procurato al mondo nel suo insieme animale e vegetale, nonché a sé stessa. Nel contesto «green» di borghi come Camagna, Vignale, Montemagno e Castagnole , intesi al loro interno come stazioni di attraversamento di altrettanti luoghi minimi come possono essere un ex-Cottolengo, la casa di una maestra, alcune chiese e un ex-asilo appestato dall’Eternit (qualcuno ricorderà lo scandalo per le morti d’amianto), si appostano opere multidisciplinare che tentano di intessere un nuovo dialogo. Non solo artistico, ma di recupero di una civiltà spirituale e laica che sembra essersi perduta nella confusione di ruoli e oggetti.

Notevole è il colpo d’occhio di lavori e oggetti antichi inseriti nell’ambito di un’esplosione di manufatti costituiti dai materiali più eterogenei. C’è da sbizzarrirsi nel gioco di riconoscimento delle opere e dei loro autori. Ed è impossibile darne conto compiutamente, se non selezionando nella memoria alcune che caricano ancor più di significato la filosofia curatoriale di Falciani. Tra queste si segnalano Prey di Marzia Migliora, No present di Claire Fontaine, tutti e due ai Voltoni di Sclaea Barocca di Montemagno. Drop the body e Pink the limen di Patrick Buttafuoco alla Chiesa dei Batturi di Vignale e lo scheletro della mongolfiera sonora di Marco Bagnoli, Il Cielo copre, la Terra contiene.

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