«Il fatto che Civati lavori quotidianamente per mettere in difficoltà il governo e il nostro partito è un’idea profondamente di destra». Così la candidata del centro sinistra alle elezioni regionali della Liguria Raffaella Paita replica alle critiche dell’esponente della sinistra Pd. «Civati si dedica a me quotidianamente – aggiunge – e ne sono onorata perché lui è un big del partito. Ha detto che ho solo un problema di nome in relazione al Nuovo centrodestra. No, io parlo anche di valori, di contenuti di destra che non possono fare parte delle alleanze del centrosinistra». Il fatto che alle primarie abbiano votato elettori di centrodestra è un’altra storia: «Erano primarie aperte, è normale che in questa situazione politica molti elettori non si riconoscano più negli schieramenti attuali, che c’è di male?».

Paita, che si autodefinisce «una giovane quarantenne di provincia», è indubbiamente gasata dalla vittoria «su un big nazionale che ha portato tre milioni di persone in piazza» e dall’attenzione che le primarie liguri, al di là delle polemiche feroci, stanno suscitando a livello nazionale. Forte della benedizione di Renzi rincara la dose sugli avversari: «Certi titoli di giornale come il fatto che la scelta di Cofferati di lasciare il partito peserà sul voto per il Quirinale ci sarebbero stati anche se Cofferati avesse vinto. Perché faceva tutto parte di una strategia. Per questo penso di non aver vinto solo per la Liguria ma anche contro un disegno che avrebbe portato il Pd molto indietro rispetto a dove è arrivato». Però ribadisce di voler lavorare per l’unità.

La vincitrice parla per la prima volta da quella sede del Pd che alle primarie ha sostenuto Cofferati e marca il territorio: «D’ora in poi tutte le conferenze stampa si svolgeranno qui – avverte – dove sarà la mia sede operativa per le elezioni». Ma a chi le chiede se ora le segreterie regionale e provinciale salteranno, replica: «Non l’ho mai detto, ora c’è bisogno dell’aiuto di tutti». Da qui a maggio, dice l’assessora alle Infrastrutture e all’Ambiente, «lavorerò per abrogare il listino e dimostrare che non ho promesso poltrone a nessuno» e soprattutto per conquistare Genova, dove a differenza delle altre province la vittoria di Cofferati è stata netta: «E’ una città di cui abbiamo bisogno per costruire un progetto fortissimo per la Liguria, ripartiremo a breve da una ’Galattica’ tutta genovese». E se nel futuro vede senza dubbio una coalizione con i moderati («Lunedì a Tursi – dice – la delibera sulla Gronda autostradale, per me fondamentale, è passata grazie al voto dell’Udc che secondo me anche in Regione deve essere inclusa nella coalizione di governo») , dice di non voler chiudere alla sinistra: «Sel ha detto no a me come figura, senza nemmeno confrontarsi sui programmi, ma io non chiudo la porta, anzi, nei prossimi giorni farò una proposta programmatica pubblica che parlerà a quest’area». Area che però questo pomeriggio si incontrerà a un dibattito organizzato da ’Rete a sinistra’ per trovare, a partire dai contenuti, proprio un’alternativa a lei.