L’ultimo atto del viaggio messicano del papa è stata una messa ma tutta la sua giornata, poco meno di otto ore, passate a Ciudad Juarez è stata una rappresentazione iconografica coreografata per massimo impatto “politico”. La sola decisione di visitare questa città martoriata e “diseredata”- abbandonata a se stessa salvo come sfondo “infernale” di film e serial sui narcos – ha costituito un gesto di umanizzazione simbolica. La prima tappa di Francesco, il penitenziario Cereso 3, teatro qualche anno fa di un sanguinosa rivolta in cui persero la vita 20 persone, è stata di per sé un riconoscimento della difficile...