Otto indagati nell’inchiesta aperta dalla procura di Ancona su Banca delle Marche in seguito a due esposti inoltrati la scorsa primavera proprio dagli allora vertici dell’istituto di credito. La notizia – confermata dalla pm Elisabetta Melotti che parla di «plurimi reati societari e contro il patrimonio» – è esplosa proprio nel momento in cui la banca attraversa il periodo più difficile della sua storia: il 15 ottobre, infatti, il ministero dell’economia ha commissariato il cda, dopo aver accertato perdite per oltre 750 milioni di euro e rettifiche sui crediti arrivate a quota 450 milioni. Il giorno precedente, l’appena insediato presidente Rainer Masera aveva rassegnato le dimissioni. «La situazione è fluida – ha detto la procuratrice Melotti –, alcuni indagati potrebbero aggiungersi e la posizione di altri potrebbe essere archiviata».
Intanto, da Roma, cade un’altra tegola: il 28 ottobre scorso gli ispettori di Bankitalia hanno consegnato ai due commissari straordinari Giuseppe Feliziani e Federico Terrinoni un verbale di avvio di procedimento sanzionatorio, notificato anche agli ex membri del cda. I rilievi, a quanto trapela, riguarderebbero la concessione di crediti a rischio e il milionario trattamento di fine rapporto ottenuto nel 2011 e nel 2012 dal direttore generale Massimo Bianconi. Le sanzioni di via Nazionale si preannunciano molto pesanti, e fonti interne a Banca Marche si dicono sicure che la resa dei conti arriverà prima dell’estate del 2014. La partita, a questo punto, si gioca tutta su una assai difficile ricapitalizzazione da effettuare al più presto. Servono almeno 500 milioni, e il rischio grosso è che Banca Marche venga inglobata da un istituto bancario di maggiori dimensioni.
Prosegue in questo modo la ricerca di un acquirente, mentre resta in congelatore l’ipotesi di una cordata di volenterosi imprenditori locali, tutta da inventare, disposti ad aprire il portafoglio. Si erano fatti in passato i nomi di Mr Tod’s Diego Della Valle e Mr Winx Iginio Straffi. I due però, dopo aver avviato i contatti, si sono bloccati e aspettano che la situazione si faccia più chiara per decidere se entrare o meno in banca. D’altra parte, una scalata a Banca Marche in questo momento sembrerebbe più un suicidio che un investimento.