Nella mattinata di oggi Casapound Italia (Cpi) ha organizzato tre ore di «porte aperte» nel nuovo spazio occupato a Ostia. Dalla prefettura dicono che la manifestazione è stata vietata, ma non si può ancora sapere se e come saranno messi in campo strumenti per impedirla. Di sicuro fino a ieri è continuato il via vai dei militanti dell’organizzazione, che con un camioncino hanno trasportato arredi e mobili all’interno del 263 di via delle Baleniere. Un’interrogazione parlamentare è stata presentata il 30 aprile a prima firma del deputato Pd Alberto Pagani, che si è rivolto al ministero della Difesa chiedendo «se non intenda adottare le iniziative di competenza per disporre l’immediato sgombero dell’immobile». «La Difesa si è già attivata sporgendo senza indugi una denuncia-querela ai carabinieri per il successivo coinvolgimento dell’autorità giudiziaria competente e predisponendo gli atti propedeutici per effettuare la richiesta di sgombero», ha affermato lo stesso giorno il sottosegretario alla Difesa, Giulio Calvisi.

L’OCCUPAZIONE, però, era iniziata diversi giorni prima. Un residente che abita nelle immediate vicinanze racconta come i primi movimenti sospetti siano iniziati intorno al 17 aprile, inizialmente con la presenza di tre uomini. Negli ultimi giorni sarebbero diventate una ventina le persone che ruotano intorno allo spazio. Quasi tutti militanti dell’organizzazione che si autodefinisce di «fascisti del terzo millennio» e due o tre cittadini che si trovano in difficoltà economica. Secondo gli esponenti locali di Casapound l’occupazione sarebbe a scopo abitativo, per dare un alloggio ad alcune famiglie italiane. Lo spazio in questione, però, lascia presagire esattamente l’opposto. A parte una villetta bifamiliare in muratura, al centro di un lunghissimo contenzioso tra Comune e Aeronautica militare, le altre unità sono in lamiera e non sarebbero in alcun modo abitabili, perché abbandonate da diversi anni e saccheggiate nel corso tempo. C’è però molto spazio nel comprensorio che rischia invece di essere utilizzato come luogo di aggregazione neofascista.

L’ABBANDONO del Villaggio Azzurro, di proprietà del ministero della Difesa e gestito dall’Aeronautica militare, affonda le radici in un decreto firmato nel 2011 da Guido Crosetto, che oggi è coordinatore di Fratelli d’Italia e all’epoca sottosegretario alla Difesa (il ministro era Ignazio La Russa). Il provvedimento intervenne sulla rideterminazione del canone degli alloggi di servizio militari a chi, in base ad alcuni indicatori di fragilità, aveva ottenuto la proroga della concessione. La maggiorazione del prezzo di affitto fu portata a livelli insostenibili. Così a livello nazionale rimasero vuote oltre 4.500 abitazioni (circa un terzo del totale di quelle che possiede la Difesa). Tra queste le unità abitative di Ostia.

«CHE I FASCISTI di Casapound fossero dei parassiti della società, era cosa già nota da anni. Parassiti che occupano in via Napoleone III a Roma e ora anche ad Ostia in via delle Baleniere», ha scritto in una nota Enzo Foschi, vicesegretario del Pd Lazio. «Dobbiamo assistere, ancora una volta, a un’occupazione per vedere poi gli spazi gestiti dai componenti della loro associazione?», chiede provocatoriamente Marta Bonafoni, consigliera regionale del Lazio e capogruppo della lista civica Zingaretti Presidente. Di «strumentalizzazione del disagio al fine politico di alimentare odio, violenza e razzismo» ha parlato Giovanni Zannola, consigliere Pd di Roma Capitale che ha presentato un’interrogazione alla sindaca Raggi.

NEL FRATTEMPO le realtà antifasciste del territorio si tengono pronte alla mobilitazione. A partire dal collettivo Ostia Antifascista, impegnato in queste settimane nel sostegno alimentare degli abitanti in difficoltà, e dall’Anpi di Roma. Giovedì scorso l’associazione nazionale partigiani ha scritto in un comunicato: «Ci riserviamo in mancanza di risposte adeguate di continuare a protestare per evitare il consolidamento dell’ennesima ingiustizia, di fronte a migliaia di persone senza casa, promuovendo con tutti i distanziamenti necessari una manifestazione di protesta a Ostia, invitando tutta la cittadinanza democratica e antifascista a partecipare».