I primi anni settanta furono per Osamu Tezuka, uno dei padri fondatori dei fumetti e dell’animazione giapponese, un periodo di passaggio e di crisi. Da una parte l’arrivo di nuovi stili e nuove idee portate nel medium dalle giovani generazioni di mangaka, dall’altra la bancarotta della Mushi Production, lo studio d’animazione da lui fondato nel 1962. È in questo contesto che nel 1973 l’editore Akita Shoten commissiona a Tezuka un nuovo lavoro, senza particolari limiti tematici, quasi per dare nuova visibilità al maestro, ma anche per celebrare i trent’anni di carriera dell’artista. Dalla matita di Tezuka esce così Black Jack, un manga pubblicato sulla rivista «Weekly Shonen Champion» dal novembre 1973 al settembre 1978. A questa pubblicazione regolare seguono tredici numeri speciali usciti saltuariamente fino alla fine del 1983.
Con Black Jack, geniale medico fuorilegge che effettua operazioni chirurgiche tanto impossibili quanto pericolose, Tezuka crea uno dei suoi personaggi ancora oggi più riconoscibili nell’arcipelago, assieme naturalmente ad Astro Boy (Tetsuwan Atomu). A decretarne la costante popolarità, a cinque decenni dalla sua prima apparizione, hanno contribuito anche una serie di adattamenti per il piccolo e grande schermo.

NEL 1993, il grande animatore e regista Osamu Dezaki dirige dieci OVA (lavori animati prodotti e distribuiti direttamente per il mercato home video) e nel 2004 è la volta della prima serie animata. Questa viene prodotta dalla Tezuka Production e diretta da Makoto Tezuka, figlio di Osamu, a sua volta artista visivo e autore di interessanti lavori.
Prima di tutto questo e quando il manga originale era ancora in corso di pubblicazione, Nobuhiko Obayashi ne realizzò un adattamento live-action, The Visitor in the Eye, uscito nei cinema giapponesi nel 1977. Obayashi veniva dal successo della commedia horror-lisergica House, uscita nello stesso anno, e con il suo inconfondibile tocco non solo porta sul grande schermo la figura di Black Jack, ma la ibrida con una storia che dà ampio spazio a giovani figure femminili. Obayashi nel corso del decennio successivo avrebbe esplorato il «genere» del cinema con protagoniste giovani ragazze, i cosiddetti «idol film», con molto successo, si ricordino qui almeno i lavori più riusciti quali School in The Crosshairs, The Little Girl Who Conquered Time e The Island Closest to Heaven.
Attraverso le storie dei pazienti di Black Jack vengono esplorate ogni volta diverse vicende di persone costrette ai margini della società o in cerca di una cura impossibile, talvolta vicende dal tono fantastico che sfiorano quasi il body horror.

QUESTE PREMESSE narrative e il tema del corpo e delle sue parti come luogo principe di speculazione filosofica, offrono e hanno offerto molta libertà creativa a registi e sceneggiatori. Ecco allora che nel corso di questi ultimi quattro decenni si sono susseguiti altri adattamenti live-action del manga, specialmente serie o film per il piccolo schermo.
Black Jack riceverà un nuovo adattamento televisivo nel 2024, alcune storie del manga di Tezuka verranno infatti trasposte in una serie che avrà come protagonista Issei Takahashi nel ruolo del chirurgo fuorilegge, una serie prodotta e che andrà in onda su TV Asahi. A dirigere la serie sarà Hideo Jojo, che negli ultimi anni si è fatto notare sia a livello nazionale che fra gli appassionati di cinema giapponese fuori dall’arcipelago con film brillanti molto ben diretti, come On the Edge of Their Seats del 2020 ad esempio, o il delicato ma maturo Love Nonetheless di due anni successivo.

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