Più ispettori con un nuovo capo e più coordinamento fra le (troppe) istituzioni che dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro. Questi gli impegni presi dal ministro Andrea Orlando nel vertice convocato con sindacati e ministro Speranza per cercare di fermare la scia di sangue che ogni giorno si allunga per i due morti in media sui luoghi di lavoro da inizio 2021.
All’indomani del funerale di Luana D’Ottavio, il ministro si è confrontato con Cgil, Cisl e Uil annunciando i primi provvedimenti. Fissati i criteri per il concorso che deve reclutare 2.100 nuovi ispettori – già annunciati la settimana scorsa – la notizia riguarda invece «il cambio ai vertici dell’Ispettorato nazionale del lavoro», l’ente previsto dal Jobs act ma che solo dal 2017 è partito per occuparsi di tutela e sicurezza sul lavoro. A guidarlo il M5s con Di Maio aveva chiamato un generale dei carabinieri – Leonardo Alestra – che ora rischia il posto. Il ministro Orlando ha anticipato ai sindacati l’intenzione di nominare – senza specificare il ruolo – il magistrato di Cassazione Bruno Giordano, chiedendo prima però al Csm il cosiddetto «fuori ruolo». Si tratta di magistrato che da tempo ambiva al ruolo e che ha buoni rapporti con tutti i partiti e attori in gioco e già presidente del Movimento per la giustizia.
Sul coordinamento tra Inl, Asl e Regioni che hanno competenza in materia, Orlando ha spiegato che «bisogna trovare strumenti nuovi, sia legislativi che di coinvolgimento di Regioni e Asl che hanno funzione essenziale nella garanzia della sicurezza sui luoghi di lavoro».
Da parte loro i sindacati hanno definito l’incontro «interlocutorio» e chiesto che la sicurezza sul lavoro diventi una «emergenza nazionale». Per il segretario Cgil Maurizio Landini bisogna «arrivare subito alla definizione di un “Accordo per la sicurezza” tra governo e parti sociali, fare assunzioni mirate nei servizi pubblici per garantire più prevenzione, ispezioni e controlli, condizionare le risorse del Pnrr per le imprese al rispetto dei contratti e di tutte le norme su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, fino ad arrivare ad una patente a punti per imprese», proposta lanciata mesi fa dalla Fillea Cgil.
A chiedere una svolta è anche il segretario Cisl Luigi Sbarra che punta a «applicare in tutti i luoghi il Testo Unico, rafforzare i controlli. Possiamo dare insieme un segnale forte che la sicurezza nei luoghi di lavoro non è un costo ma un investimento per la qualità, la stabilità e la tutela del lavoro, per una migliore organizzazione del lavoro e per elevare la reputazione delle aziende, in tutti i settori produttivi: cantieri, fabbriche, agricoltura, terziario, servizi, logistica».
Il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri sottolinea la necessità di «una cabina di regia coordinata dalla presidenza del Consiglio. Noi continuiamo a rivendicare più controlli ed ispezioni, coinvolgendo maggiormente gli Rls e, in questa fase, eccezionalmente, anche le forze dell’ordine», conclude.