C’è una fiala che si dovrebbe trovare in tutte le farmacie e che ogni servizio che lavora con chi usa droghe dovrebbe consegnare. È il Naloxone, un farmaco salvavita da banco che può salvare la vita in caso di overdose da oppiacei. Il condizionale è d’obbligo però, perché non poche farmacie italiane non tengono il Naloxone a disposizione, e sono pochi i SerD che lo consegnano ai propri utenti. Finora la distribuzione è affidata ai servizi di riduzione del danno (RdD) laddove ci sono. Eppure ogni persona che usa eroina sa che quella fiala è come il casco quando vai in moto: tenerlo mette al riparo da un incidente mortale.

Nel consegnare una fiala di Naloxone c’è un preciso riconoscimento della persona che si ha di fronte e delle sue competenze: «Puoi usare eroina e puoi essere capace di salvare un amico se serve». La consegna del Naloxone è pragmatica, come tutta la RdD, perché in caso di overdose otto volte su dieci è un consumatore a intervenire. Se ha con sé il Naloxone le probabilità che quell’incidente non sia mortale sono più alte perché il soccorso è più tempestivo. Logico, no?

Un gesto semplice che permette di salvare delle vite, quello di consegnare una fiala, che non può essere limitato ad alcune città e ad alcuni servizi.

ITARDD è una rete che tiene assieme operatori, persone che usano droghe, ricercatori, Enti e Servizi Pubblici e Cooperative del privato sociale con l’obiettivo di promuovere e sostenere la RdD in un paese in cui è garantita solo a macchia di leopardo. Così come l’accesso al Naloxone: nel paese che per primo ha cominciato a distribuirlo ai consumatori nel 1991, il salvavita non è disponibile dappertutto. Abbiamo deciso quindi di lanciare una campagna perché il Naloxone sia accessibile ovunque a chiunque.

“Mai senza Naloxone” sarà una carovana, composta da consumatori, operatori di bassa soglia, medici e ricercatori che toccherà 5 tappe in tutta Italia con l’obiettivo di promuovere e sostenere la buona pratica di consegna del Naloxone. Sarà presentata il 31 agosto, giornata mondiale per la prevenzione dell’ overdose. Il nostro obiettivo sarà promuovere questa buona pratica, coinvolgere gli operatori e la società civile, affrontare le resistenze che limitano l’accesso al salvavita e sollevare un dibattito da cui possa nascere un cambiamento.

Saranno cinque tappe, ognuna significativa a modo proprio della situazione italiana, che speriamo ci permettano di affrontare e rimuovere tutti gli ostacoli alla distribuzione capillare del Naloxone in Italia. Vogliamo incontrare gli operatori dei servizi in cui il Naloxone non viene consegnato, le associazioni di consumatori nelle città in cui non è facile averlo; i farmacisti che chiedono la ricetta anche se è un farmaco da banco; i Dirigenti degli Assessorati alla Sanità nelle Regioni in cui alcuni servizi lo danno e altri no; i responsabili e i medici dei SerD per i quali consegnare una fiala di Naloxone paradossalmente contraddice il mandato terapeutico dei servizi in cui lavorano; le associazioni della società civile, perché l’overdose è un tema che riguarda tutti e non solo chi usa o chi lavora nei servizi. Alla campagna hanno aderito SITD e Federserd ed è co-promossa da Forum Droghe. Il nostro obiettivo ambizioso è di allargare questa alleanza, oltre le sigle e le organizzazioni, a tutti quelli che, dopo aver incontrato la nostra carovana, riconosceranno l’efficacia della RdD nel salvare vite.
I dati e le evidenze scientifiche sono dalla nostra parte e vogliamo che le cose cambino. A cominciare dall’inclusione del naloxone tra i Livelli Essenziali della Riduzione del Danno.

* dal 2000 operatore di strada a Venezia, dal 2014 membro del Coordinamento della Rete Italiana per la Riduzione del Danno (ITARDD)