Il Pd di Roma è ostaggio dei «signori delle tessere». Matteo Orfini, il commissario del pd romano inviato da Renzi dopo l’esplosione di «Mafia capitale», commenta i primi risultati che emergono della relazione di Fabrizio Barca sull’inchiesta interna nei circoli dem. Una relazione che, prosegue Orfini, «racconta la verità di un partito in larga parte infeudato, non al servizio dei cittadini e degli iscritti ma dei signori delle tessere o delle preferenze, e che per questo rischia di essere pericoloso per la città». Dallo screening emerge «una realtà drammatica in cui una parte non piccola degli iscritti non sono iscritti veri: uno su 5 ha dei problemi» e alcune persone «non sanno neanche di essere iscritte», c’è chi risulta irrintracciabile «anche se abbiamo nome e cognome, e persone che rientrano in una ’filiera’ e che ti rispondono: ’mi ha iscritto quel parlamentare, quel consigliere regionale, ma io in realtà non ho pagato nulla, ha fatto tutto lui, non partecipo». Il presidente dell’assemblea del Pd e commissario del partito romano annuncia che il tesseramento sarà riaperto con regole nuove ed è prevista «una ridefinizione della struttura organizzativa dei circoli che aiuti a smontare questi meccanismi». Ai nuovi iscritti verrà chiesto un contributo equivalente a un giorno di salario per rendere più difficile la formazione dei «pacchetti di tessere». E, assicura Orfini, «saranno cacciati a pedate tutti quelli che devono essere cacciati».