Da via Prenestina a Castel Sant’Angelo, passando per il Villaggio Olimpico: Orecchie, come spiega lo stesso regista Alessandro Aronadio, «è un on the road a piedi, che come tutti i film ’sulla strada’ porta il personaggio da un’altra parte rispetto a dove ha iniziato. Ogni tappa è come il tassello di un puzzle». Il protagonista di questa commedia (interpretato da Daniele Parisi) non ha un nome: si sveglia una mattina perseguitato da un fischio perenne alle orecchie, e da subito nella sua giornata – il film si svolge nel corso di 24 ore – irrompe il nome di un altro: la fidanzata prima di uscire gli lascia detto che un tale Luigi è morto e che lui è atteso al suo funerale. Ma il protagonista non riesce proprio a ricordare chi sia.

Orecchie, che uscirà nelle sale il 18 maggio, è stato presentato allo scorso Festival di Venezia nell’ambito di Biennale College, che lo ha prodotto insieme a Matrioska con soli 150.000 euro: «Il film è stato pensato da subito come una commedia low budget – spiega Aronadio, anche autore di Due vite per caso, del 2010 – volevo sperimentare con il genere e girare a basso budget mi avrebbe concesso molta più libertà rispetto a un film più canonico». Al suo progetto aderiscono però tantissimi grandi attori: Piera Degli Esposti, Milena Vukotic, Pamela Villoresi, Rocco Papaleo sono solo alcuni dei nomi che interpretano proprio i tasselli del puzzle di cui parlava il regista – i personaggi «assurdi» che il protagonista incontra nel corso della giornata in cui nulla sembra voler andare per il verso giusto.

«Tanti ritratti» – come dice la stessa Piera Degli Esposti, che interpreta la direttrice di uno stimato giornale che offre al protagonista, supplente al liceo, una rubrica di filosofia su una nuova rivista dedicata però al gossip. O come Massimo Wertmüller nei panni del gastroenterologo da cui il protagonista viene insensatamente mandato per capire il motivo del fischio alle orecchie.

«Di Orecchie è stato detto che è un film grottesco – osserva infatti il regista – ma secondo me è più che altro iperrealista: è il mondo che ci circonda a essere spesso grottesco, e noi ormai ci siamo assuefatti».
Il goffo personaggio interpretato da Parisi – troppo razionale per l’assurdo mondo che lo circonda – nasce «dalla frizione con il mondo di cui ogni tanto tutti abbiamo fatto esperienza», spiega ancora Aronadio. Le piccole disavventure che gli succedono nell’arco della giornata «hanno un effetto valanga, lo portano a confrontarsi con cose molto più grandi di lui, e a fargli capire che deve credere in qualcosa».