Il conflitto sociale torna in campo, si riprende pienamente la scena. Lo fa attraverso una delle sue forme più alte: lo sciopero generale nazionale. Da quando Cgil e Uil lo hanno indetto sono piovute critiche e attacchi di ogni tipo: “sciopero immotivato”, “irragionevole”, “irresponsabile” (in questo caso più per il Natale che per la pandemia). Le acque chete che circondavano il governo Draghi sono entrate in ebollizione. L’unità sindacale giocata sul minimo comune denominatore non poteva reggere l’urto di un rimbalzo economico – non ripresa, se vogliamo restituire il senso esatto alle parole – costruito su un tessuto sociale esasperato...