E’ stato un venerdì di ricorrenze e dimostrazioni per il movimento di resistenza popolare palestinese. Frenati dal maltempo la scorsa settimana, migliaia di palestinesi, attivisti stranieri e diversi israeliani, hanno manifestato ieri in occasione dell’iniziativa annuale internazionale (anche in Italia) che chiede la riapertura di Shuhada Street a Hebron, chiusa da 15 anni e resa un deserto dall’esercito e dai coloni israeliani; per il 21esimo anniversario del massacro di 29 palestinesi nella Tomba dei Patriarchi, compiuto dal colono israeliano Baruch Goldstein; e per il decimo anniversario della lotta del villaggio di Bilin contro il Muro in Cisgiordania. A Hebron il corteo è partito da una moschea nel centro della città e si è diretto verso Shuhada Street in sfida all’occupazione della zona H2 della città. La reazione dei militari non è tardata ad arrivare. I soldati hanno lanciato lacrimogeni e granate assordanti, poi, secondo testimoni palestinesi, avrebbero anche sparato. I feriti sono stati una quindicina, tra i quali un bambino di 10 anni colpito da un proiettile rivestito di gomma. Diversi giovani sono stati fernmati o arrestati. A Bilin stessa conclusione, con due dimostranti feriti, riferisce il comitato popolare locale, da munizioni vere. Sgomberato con la forza, per l’ennesima volta, il campo di tende eretto dai palestinesi nei pressi di Abu Dis (Gerusalemme) per impedire la confisca di terre e l’espulsione dalla comunità beduina.