Trent’anni fa la Onda Rossa Posse prendeva fra le mani le copie del primo disco rap italiano stampato. Era il 15 giugno del 1990. La colonna sonora del movimento della Pantera, Batti il tuo tempo, diventava un vinile. Un tassello storico che permette di fissare una data precisa di inizio a un articolato movimento sociale, musicale e culturale che nelle piazze di tante città d’Italia, provava, a suo modo, a imitare i suoni e le narrazioni in rima che avevano scosso gli Stati uniti. Non è un caso che a stampare il primo disco rap sia una realtà interna ai centri sociali, perché proprio quei luoghi di aggregazione sono attraversati dal punk hardcore anni ’80 e il suo «Do Iy Yourserlf» avevano tutte le capacità organizzative e tecniche per registrare, stampare e produrre un vinile.

POI CERTO c’è una seconda questione: la necessità militante di raccontare un mondo in rapida trasformazione. Così l’intelligenza artistica di chi all’epoca formava Onda Rossa Posse, 99 Posse, LionHorse Posse e Isola Posse All Star ha colto la potenza del linguaggio e trovato il modo di mettere in italiano lotte e vertenze sociali. Non che questo, all’interno delle realtà occupate e autogestite, fosse un passaggio condiviso e scontato: lo scontro, non solo, generazionale infiammò molte assemblee e le città. Ma sarebbe sbagliato pensare che il rap sia nato, nel nostro paese, solo in un ambito politico e di contrasti sociali. Qui ha trovato la casa e la struttura, ma la natura dell’hip hop nel Belpaese è molto più ampia. Sono anche un giovanissimo Lorenzo Cherubini alias Jovanotti e Radio Deejay a portare il rap in radio e tv a partire dalla fine degli anni ’80 e per la prima volta nelle parti alte delle classifiche.

E ANCHE I FILM: da Wild Style di Charlie Ahearn a Fa La Cosa Giusta di Spike Lee , con il personaggio di Radio Raheem che gira per la città ascoltando i Public Enemy. Se la primogenitura è politica è necessario ricordare la matrice non politica del rap italiano, così come il fatto che per molto tempo il fattore sociale, anche dell’auto narrazione in prima persona, è stato determinante per esperienze più «leggere» a partire dagli Articolo 31. Certo trent’anni anni dopo questa matrice sembra essersi persa nei rivoli del successo mainstream del rap nostrano, mentre negli Stati uniti trova una nuova linfa attorno al Black Lives Matter. Dopo anni di rapporto burrascoso e complesso, le major oggi inseguono i rapper. Tanto che Salmo può raccontarne così il rapporto: «I vecchi scureggioni della pop music, Sono un po’ in difficoltà, sono confusi. In classifica per primi solo i rappusi».