Bezos non lascerà la società che ha fondato oltre 25 anni fa, ma si dimette dalla carica di Ceo di Amazon che ricopriva dal 1995, supervisionando la sua ascesa che l’ha portato da libraio online, a colosso della vendita al dettaglio globale da 1700 miliardi di dollari. Nel ruolo di Ceo generale di Amazon gli succederà Andy Jassy, attualmente alla guida di Amazon Web Services la business cloud dell’azienda.

In una lettera indirizzata ai dipendenti, Bezos ha spiegato che in futuro si concentrerà su iniziative no profit e su altri impegni del suo vasto impero, comprese le iniziative aerospaziali e mediatiche, dal Washington Post, di cui è proprietario a Blue Origin, la sua azienda spaziale. Secondo le attuali stime di Forbes Bezos è l’uomo più ricco del mondo con 1,3 milioni di dipendenti e 1000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato; nel periodo della pandemia Amazon è cresciuta superando, nell’ultimo trimestre del 2020, la soglia dei 100 miliardi di dollari di ricavi.

Amazon Web Services, lanciato nel 2006, è ora la più grande piattaforma di cloud computing al mondo, fornisce hosting a pilastri tecnologici come Netflix e Twitter, a giganti industriali come General Electric e Unilever, ma anche ad entità mediatiche molto critiche con Bezos, come il britannico Guardian e l’emittente pubblica Usa senza scopo di lucro Pbs, che ha prodotto uno dei documentari più di denuncia sul multimiliardario, «Amazon Empire: the Rise and Reign of Jeff Bezos».

Il modo in cui Amazon fa affari, tramite la pressione sui fornitori, l’annientamento sistematico dei concorrenti al dettaglio, l’incessante raccolta dei dati dei suoi clienti, il trattamento dei propri lavoratori percepiti come macchine, è inseparabile dalla ricchezza personale del suo proprietario, che poco tempo fa aveva detto alla rivista Business Insider che «l’unico modo che vedo per utilizzare questa mia grande risorsa finanziaria è convertire la mia Amazon nella compagnia leader dei viaggi spaziali». Guardando alla breve storia di Amazon, il futuro dei concorrenti di Bezos nel campo dei viaggi spaziali sembra segnato.

Quando Amazon ha acquisito la catena di supermercati Whole Foods nel 2017, per 13,7 miliardi, il valore di mercato delle più grandi aziende alimentari Usa è sceso, subito.

L’anno successivo, quando Amazon ha acquistato una piccola azienda di farmacie online, la PillPack per 753 milioni, i potenziali effetti sul settore farmaceutico tradizionale hanno spaventato gli investitori tanto da causare un improvviso e netto calo del valore dei giganti delle farmacie tradizionali come Walgreens, Cvs e RiteAid.

Quando Amazon è entrata nel mercato delle assicurazioni sanitarie, annunciando una partnership con la holding Berkshire Hathaway e il gruppo JPMorgan Chase, finalizzata esclusivamente a fornire copertura ai dipendenti di queste aziende, le principali assicurazioni sanitarie statunitensi hanno perso immediatamente miliardi. Il risultato a cui é arrivato Bezos è quello di rendere sempre meno possibile, o almeno meno pratico, evitare Amazon, e non sembra un’esagerazione affermare che la sua ambizione è quella di dominare l’intera economia: come ha affermato il giornalista americano Franklin Foer, «se i rivoluzionari marxisti prendessero il potere negli Usa, dovrebbero nazionalizzare Amazon».