«Non possiamo dire che ora è tutto finito, ma voglio evidenziare che la Regione europea ha la straordinaria opportunità di prendere il controllo della trasmissione, grazie a 3 elementi: larga copertura vaccinale e immunità naturale, l’uscita dall’inverno e la minore gravità della variante Omicron, ormai consolidata». L’analisi del direttore dell’Oms Europa Han Kluge sulla situazione pandemica europea potrebbe apparentemente sembrare opposta a quella espressa dal suo dirigente, il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus, che appena un paio di giorni fa ha ammonito il mondo: «È prematuro per qualsiasi Paese arrendersi o dichiarare vittoria. Questo virus è pericoloso e continua ad evolversi davanti ai nostri occhi».

In realtà, entrambi avvertono che questo è un momento cruciale – soprattutto in Europa – per «un plausibile finale di partita per la pandemia», come lo ha definito Kluge, «a condizione – ha aggiunto – che si continui a consolidare e preservare l’immunità continuando a vaccinare, anche con terza dose; mantenere alta l’attenzione sui più vulnerabili; promuovere comportamenti di autoprotezione e responsabilità individuale; intensificare la sorveglianza per scoprire nuove varianti tempestivamente».

Per certi versi i numeri di ieri sono incoraggianti, per altri meno: il tasso di positività rimane stabile al 12,3%, con 112.691 nuovi casi (giovedì scorso erano 155.697) rilevati con 915.337 tamponi, quasi 50mila meno del giorno precedente. Rimane però alto purtroppo il numero di vittime: 414 decessi nelle ultime 24 ore. In calo i ricoveri in terapia intensiva (-67) e nell’area medica (-226). Secondo il bollettino quotidiano del ministero della Salute, le regioni più colpite sono la Lombardia con 14.989 nuovi contagi, l’Emilia Romagna con + 12.012, Veneto (+11.902), Lazio (+11.612) e Campania (+10.178).

Di ieri anche il report settimanale della Fondazione Gimbe che «nel periodo 26 gennaio -1 febbraio 2022, rileva – dopo 3 settimane di sostanziale stabilità intorno a quota 1,2 milioni – una netta flessione dei nuovi casi: circa 900 mila con una riduzione del 24,9% rispetto alla settimana precedente». Ora il grafico della media mobile a 7 giorni mostra una curva che scende in modo repentino, passando dai 166.310 casi del 26 gennaio ai 128.575 dell’1 febbraio (-22,7%). «Ad eccezione della Sicilia, per la quale pesano i ricalcoli dell’ultima settimana, – si legge nel bollettino – in tutte le Regioni si rileva una riduzione percentuale dei nuovi casi (dal -7% del Molise al -46,9% della Puglia».