Una definizione più precisa delle differenze esistenti tra «sesso», «genere» e «orientamento sessuale». La distinzione è contenuta nel primo dei sette emendamenti presentati dalla maggioranza alla legge contro l’omotransfobia e la misoginia approvati ieri sera dalla Camera. Poco prima, con un voto segreto finito 254 a 201 e quattro astenuti, l’aula aveva bocciato le pregiudiziali di costituzionalità presentate dall’opposizione, dando di fatto il via libera al testo. «Lega e Fratelli d’Italia speravano di affossare la legge. Ora avanti per approvare al più presto una legge di civiltà», è stato il commento soddisfatto del relatore del provvedimento, il dem Alessandro Zan.

Dopo 26 anni (era il 1994 quando venne presentato in parlamento il primo disegno di legge contro l’omofobia), forse questa volta l’Italia ce la fa davvero ad adeguarsi ad altre legislazioni europee. Il testo prevede la modifica degli articoli 604 bis e ter del codice penale inserendo sanzioni, oltre per chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale, etnico o religioso, anche le discriminazioni in base al sesso, al genere, all’orientamento sessuale, all’identità di genere. E non solo. Un altro degli emendamenti proposti dalla maggioranza (ma non ancora votato) prevede infatti anche i delitti commessi per ragioni legate alla disabilità della vittima.

L’emendamento approvato in serata prevede un nuovo articolo della legge che mira a distinguere tra «sesso, «orientamento sessuale» e «genere», come richiesto in precedenza dalla Commissione Affari costituzionali e dal Comitato per la legislazione. «Per sesso – si legge – si intende il sesso biologico o anagrafico»; «per genere si intende qualunque manifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso»; «per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi»; «per identità di genere – infine – si intende l’identificazione percepita indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione». Insieme alla maggioranza – e i dissenso con il suo gruppo – ha votato a favore dell’emendamento anche la deputata di Forza Italia Giusi Bartolozzi.

La discussione prosegue oggi con l’esame dei 748 emendamenti dell’opposizione, contrarie al provvedimento perché, sostengono, introdurrebbe il «reato di opinione», anche se il testo messo a punto da Zan mira a punire solo gli atti violenti e non certo la propaganda delle idee.

Al momento non sembrano neanche esserci i soliti problemi di tenuta da parte della maggioranza, con tutti i pariti schierati a favore della legge. «Andiamo avanti, un passo alla volta, per dare al Paese un ulteriore strumento per arginare la discriminazione», è scritto in una nota dei deputati M5S i Commissione Giustizia. «Prima prova, superata!», ha scritto invece su Twitter la dem Laura Boldrini, presentatrice di uno dei ddl sull’omofobia poi confluiti nel testo unificato. «Ogni persona deve amare chi vuole, senza nascondersi e in sicurezza».