E’ cominciata ieri nell’aula della Camera la discussione sulla legge contro l’omotransfobia. Il testo, relatore il dem Alessandro Zan, prevede la modifica degli articoli 604 bis e 604 ter del codice penale estendendo i reati già previsti per gli episodi di discriminazione fondati su motivi razziali, etnici o religiosi anche a quelli basati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Reati per i quali è prevista una pena fino a quattro anni di reclusione. Durante l’esame della legge in commissione Giustizia, per rispondere ai timori di chi riteneva che il provvedimento potesse in qualche modo colpire le libertà di espressione, è stato approvata la cosiddetta clausola di «salvaguardia delle idee», un emendamento che basandosi sull’articolo 21 della Costituzione difende la libertà di parola. Il testo non è però solo repressivo. Viene prevista infatti anche l’istituzione di una giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia e la creazione di un fondo di 4 milioni di euro annui per il finanziamento di politiche di contrasto all’omofobia e per il sostegno alle vittime.
«Il senso di questo testo si può esprimere con parole chiare e comprensibili a tutti – ha spiegato la dem Laura Boldrini -: ognuno deve essere libero di amare chi desidera, senza per questo cadere vittima di odio e discriminazioni». A favore della legge sono tutti i partiti di maggioranza, ma un’apertura è venuta anche da Forza Italia. Nonostante Silvio Berlusconi si sia pronunciato contro la legge, ha comunque lasciato liberi i parlamentari di votare secondo coscienza. Ieri la senatrice azzurra Barbara Masini ha invitato Berlusconi a un ripensamento schierando il partito a favore della legge.