Con lo sconto di un terzo della pena dovuto al giudizio abbreviato, l’ex tipografo Roberto Pirrone è stato condannato a 16 anni per l’omicidio dell’ambulante senegalese Idy Diène, avvenuto il 5 marzo scorso sul ponte Vespucci. Il giudice dell’udienza preliminare non ha riconosciuto l’aggravante dei futili motivi ma neanche le attenuanti generiche, ed ha così accolto la richiesta del pm, che accusava Pirrone di omicidio volontario. Le motivazioni arriveranno fra due mesi, intanto il gup ha concesso una provvisionale subito esecutiva di 100mila euro a Rokhaya Kene Mbengue, moglie di Idy Diène ma già sposata con Samb Modou, senegalese ucciso nel dicembre del 2011 in piazza Dalmazia dal nazifascista Gianluca Casseri. Altre due provvisionali da 75 e 50mila euro sono state concesse al fratello e al nipote di Idy, un ambulante molto noto che da più di vent’anni lavorava nelle strade di Firenze. Pirrone aveva detto di averlo scelto a caso, ma non aveva sparato al primo uomo che aveva incontrato in strada: uscito di casa con in tasca la pistola, aveva camminato per circa un chilometro fino al ponte Vespucci, dove aveva fatto fuoco per sei volte contro Idy Diène, finito con un colpo di grazia alla testa.