«Alcol e Giovani» (Giunti, pp. 235, € 12,50), è un libro che presenta con accuratezza e stile discorsivo i problemi del bere giovanile oggi in discussione in Italia, ricorrendo a studi, interviste, e ritagli di cronaca. L’autrice è Franca Beccaria, sociologa dedicata a esplorare l’universo dei giovani dalla prospettiva dell’alcologia: ne aveva già pubblicato uno spaccato in Alcol e Generazioni (Carocci, 2010).

Il libro, preceduto da una prefazione di don Luigi Ciotti, sempre in prima linea nell’attenzione ai problemi dei giovani e alla ricerca delle soluzioni, si muove lungo alcune direttrici che si intrecciano. Da un lato, vi si trova la descrizione ragionata dei problemi a cui i giovani possono andare incontro dopo l’uso e l’abuso di alcol: ubriachezza, incidenti stradali, dipendenze. Qui la Beccaria fa giustamente la distinzione, usualmente trascurata, tra i problemi da consumo eccessivo, la dipendenza alcolica, e il fenomeno emergente del «binge drinking» o abbuffata alcolica. Il «binge drinking», che è oggi definito come una serie di bevute, pari a sei bicchieri assunti in un limitato periodo di tempo – è in realtà l’etichetta anglicizzante di una condotta non ignota nel nostro paese.

Il testo affronta criticamente anche il concetto di rischio, mettendone a fuoco l’ambivalenza tra la sua connotazione paurosa – abuso nel bere foriero di danni e devastazioni individuali e sociali – e la qualità positiva di emancipazione dell’adolescente. Vi troviamo una rassegna equilibrata dei tipi d’intervento usualmente previsti in Italia, in particolare la prevenzione e il controllo dell’abuso nel bere giovanile, su cui l’autrice mantiene la libertà di osservare quanto le azioni progettate e attuate facciano i conti con la scarsa ricerca italiana nel campo (anche se con alcune eccezioni, grazie anche a Beccaria). Il risultato è che i progetti si basano perlopiù su linee guida elaborate e testate in altri paesi, ricchi di studi, ma distanti dalla nostra cultura per modi di bere e relativi problemi.

L’autrice non si sottrae all’argomento scottante dell’odierna diffusione del bere tra i giovani, che porta spesso alla conclusione che i giovani sono così diversi da come eravamo, e che si stanno distruggendo di sera e di notte a colpi di shotsbotellon e alcopops; ma adduce vari argomenti e ricerche che invece indicano come, sia pure con i cambiamenti dovuti alla globalizzazione, i modi del bere dei nostri giovani spesso si pongano in continuità col modello mediterraneo che attribuisce valore positivo al bere vino e alle altre bevande alcoliche in un contesto di moderazione e di socializzazione. In questo senso, un elemento decisivo è il modello di condotta dei genitori, che fonda le basi dei comportamenti futuri dei figli.

Il modo con cui i media trattano l’argomento, orientati come sono da anni a «liberare le emozioni» del lettore, con notizie drammatiche che sollecitano paura, scontentezza e insicurezza, e promuovono atteggiamenti di proibizione, controllo e punizione, non fa giustizia ai problemi dei giovani e alle soluzioni per affrontarli. In questo caso, quanto i giovani servono di specchio agli adulti? Quanto ne riflettono invece le paure, rendendo così opaca la possibilità di vedere i veri problemi? E infine, quanto i giovani sono davvero all’attenzione della società italiana? La lettura del libro, incluso il breve glossario allegato, può fornire una buona base informativa agli educatori, ai giornalisti, e al comune cittadino, per orientare le proprie opinioni e le proprie azioni.
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