I nomi sono quelli di sempre: in tempi di crisi, i musei e i templi dell’arte cercano di affidarsi a «firme certe». Così, chi volesse fare un tour italiano, con propaggine nei primi giorni autunnali, può contare su artisti altisonanti, che di sicuro non deludono. Si va dal Picasso che torna al neoclassicismo e all’ordine, dopo le scomposizioni ardite del cubismo, presso le Scuderie del Quirinale di Roma (dal 21 settembre) al Van Gogh, sospeso tra grano e cielo, che sbarcherà a Vicenza dal 7 ottobre, portando con sé oltre centoventi opere, mentre Milano si affiderà a due «irregolari» come Caravaggio – le sue tele saranno affiancate dalle radiografie nel tentativo di svelare il pensiero che ha guidato la mano dell’artista – e Toulouse Lautrec.

Entrambi andranno a occupare le sale di Palazzo Reale, ma durante l’estate si potrà fare un salto pure al Pac, visitando la mostra ancora in corso Africa. Raccontare un mondo. Tornando al Merisi, lui e i caravaggeschi sono i protagonisti di una suggestiva mostra al sud, nel castello Aragonese di Otranto (fino al 24 settembre): è una rassegna filologicamente rilevante, perché costruita attraverso i capolavori provenienti dalla collezione della Fondazione Roberto Longhi.

SCARTERÀ DAL CONSUETO, invece, il Palazzo dei Diamanti di Ferrara, proponendo dal 14 ottobre un pittore poco noto come Carlo Bononi, L’ultimo sognatore dell’Officina ferrarese, in grado di mettere in scena grandi macchine teatrali e, al tempo stesso, di incardinare i racconti sacri nella realtà quotidiana, motivo per cui è stato spesso accostato a Zurbarán.
Ritornando fra le vecchie conoscenze dell’arte, quella che però si preannuncia essere una esposizione «monstre» sarà la monografica dedicata a Gian Lorenzo Bernini alla galleria Borghese, sua casa naturale, che verrà allestita con prestiti internazionali difficili e allo scopo di celebrare i vent’anni dalla riapertura del museo, dopo i restauri.
Nella capitale arriveranno poi, dopo aver fatto tappa al British di Londra, anche le meravigliose opere dell’ukiyoe (mondo fluttuante) del maestro giapponese Hokusai, fin dal 12 ottobre all’Ara Pacis. E una mostra per «otaku»: Mangasia: Wonderlands of Asian Comics al Palaexpo presenterà la più ampia selezione di di manga – concentrandosi sul processo creativo di schizzi e layout -, in gran parte mai visti fuori dal proprio paese d’origine (dal Giappone alle Filippine fino all’Indonesia).

A VENEZIA, oltre l’abbuffata della Biennale, condita da deviazioni come Damien Hirst e Intuition a Palazzo Fortuny, c’è anche l’ormai classicissimo David Hockney alla Ca’ Pesaro. Il percorso fa perno su molti ritratti inediti e su alcune mature morte.
Se l’utopia di ridisegnare il mondo con il Liberty impazza al Castello di Miramare, guardando verso Praga, il corrispettivo urbano, il capovolgimento di quel sogno – la street art – ha come set la capitale, al Macro.
Il 2017 può considerarsi un anno bulimico per il suo esplodere di Biennali, per il ritorno – con alterne fortune di questa edizione – di Documenta 14 (divisa per la prima volta in due sedi Atene e Kassel, fino al 17 settembre) e per il decennale della manifestazione Skulptur Projekte di Münster, che semina opere per le strade della città e che quest’anno sembra aver felicemente surclassato, per successo e consensi, la storica Documenta.

LA FORMULA BIENNALE ha allargato i suoi confini e ha conquistato da tempo anche l’Ucraina e così il 26 agosto ci sarà l’opening di Turbolence Area – questo il tema scelto dal curatore Mikhail Rashkovetsky – che ha chiamato a raccolta molti artisti dell’est Europa, con qualche incursione da India, Germania e Turchia.

Il 16 settembre il nuovo appuntamento sarà proprio a Istanbul, dove il duo nordico di artisti Elmgreen & Dragset ha impostato la 15/ma edizione in omaggio al Buon vicino, rimuovendo la storia recente. Quasi in contemporanea aprirà la 14/ma Biennale di Lione: Les Mondes Flottants di Emma Lavigne («la modernità è il transitorio», dice partendo da Baudelaire) chiamano in campo Ernesto Neto, Doug Aitken, Shimabuku, Apichatpong Weerasethakul, fra gli altri. E sempre in Francia, l’architettura alla sua prima volta in quel di Orléans si affiderà a una passeggiata speciale: Camminare nel sogno di un altro. Curata da Abdelkader Damani e Luca Galofaro, la Biennale si schiuderà il 13 ottobre.

DUE I MUSEI NUOVI DI ZECCA da tenere d’occhio: lo Zeitz Museum of Contemporary Art Africa a Città del Capo, inaugurerà la sua sede il 23 settembre e sarà un punto di riferimento per l’arte contemporanea di tutto il continente. Mentre, per fine anno, è prevista la sontuosa festa del Louvre di Abu Dabhi, firmato da Jean Nouvel.

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SCHEDA. Marina Abramovic al Louisiana Museum

Il danese Louisiana Museum of Modern Art, a Humlebæk, ospita una personale dedicata alla performer e artista serba Marina Abramovic, dal titolo «The Cleaner». La mostra comprende più di 100 opere e una retrospettiva completa delle sue performance, comprese quelle con il suo ex compagno Ulay, quando per dodici anni, formando una potentissima coppia affettiva e professionale attraversarono i musei e le gallerie del mondo esplorando le condizioni estreme del corpo. Una loro doppia videointervista è cliccabile sul sito del museo.