Tutti a processo i big dell’Olivetti. L’ingegner Carlo De Benedetti, il fratello Franco, l’ex ministro Corrado Passera e l’imprenditore Roberto Colaninno sono stati rinviati a giudizio nel processo sulle morti da amianto fra gli ex lavoratori della storica azienda informatica di Ivrea (Torino). Insieme a loro altri 13 tra amministratori delegati, presidenti e dirigenti che tra gli anni ’70 e gli anni ’90 si sono succeduti alla guida degli stabilimenti. Il processo si aprirà il 23 novembre a Ivrea, ma il dibattimento vero e proprio comincerà l’11 gennaio del 2016.

I 17 imputati sono chiamati a rispondere a vario titolo di omicidio colposo e lesioni colpose in relazione a morti e malati tra gli operai per malattie che l’accusa, sostenuta dal pm Laura Longo, ritiene correlate alla presenza di fibre di amianto negli stabilimenti. L’inchiesta ha preso avvio da un’indagine della Asl locale e si era occupata della morte di 14 persone, colpite da mesotelioma pleurico o peritoneale, e della gravissima malattia che aveva colpito una quindicesima. La tesi dell’accusa è che l’azienda trascurò le misure di sicurezza e non intervenne con la necessaria tempestività per risolvere i problemi legati alla presenza di amianto nelle parti di macchinari e nei locali di lavoro.

Un 18esimo imputato è stato rinviato a giudizio già alcune settimane fa in un procedimento separato. Per altre 11 persone, tra cui Marco e Rodolfo De Benedetti, il gup Cecilia Marino ha deciso il non luogo a procedere «per non aver commesso il fatto», compresi i consiglieri di amministrazione senza deleghe fra cui Elserino Piol e l’ex senatore Ds Giorgio Panattoni.

Sono stati ammessi come parti civili oltre ai familiari delle vittime, anche Fiom e Fim, Comune di Ivrea, Città metropolitana di Torino, un gruppo di Comuni, Inail e le associazione Afeva e Anmil.

Se Roberto Colaninno risponde di un solo caso di lesioni colpose, l’ingegner Carlo De Benedetti risponderà, invece, di omicidio colposo per alcuni morti da amianto all’Olivetti. La procura di Ivrea gli contesta vicende avvenute dal 1978 al 1996, quando fu amministratore delegato e presidente del cda dell’azienda. L’ingegnere si è detto amareggiato per il rinvio a giudizio deciso dal gup ma, «considerata l’inconsistenza della tesi accusatoria», resta «convinto che il processo stabilirà la sua totale estraneità ai reati che gli vengono contestati». In una nota, il suo portavoce ha sottolineato: «Per quanto di sua competenza, nel periodo di permanenza in azienda, l’Olivetti ha sempre prestato la massima attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con misure adeguate alle normative e alle conoscenze scientifiche dell’epoca».

Anche al fratello Franco (amministratore delegato dal 1978 al 1989) e all’ex ministro Corrado Passera (amministratore delegato dal 1992 al 1996) è contestato l’omicidio colposo, seppur il numero di decessi a loro riferiti cambia, in misura maggiore o minore, a seconda del periodo in cui ricoprirono gli incarichi.

Federico Bellono, segretario provinciale Fiom, ha commentato a caldo la decisione del giudice di Ivrea: «Un passo importante per fare giustizia, per tutti coloro che fino ad oggi e, purtroppo, per gli anni a venire, moriranno per una patologia che non lascia scampo».