La condanna di Derek Chauvin è stata una rara iniezione di speranza e ora milioni di americani aspettano di vedere se questo momento spronerà i politici a continuare sulla strada di una vera giustizia per tutti i cittadini, riformando la polizia ed eliminando il razzismo sistemico.

«NON POSSIAMO FERMARCI qui», ha detto Joe Biden in un discorso alla nazione trasmesso dalla Casa Bianca dopo la lettura della sentenza, sottolineando che per avere un minimo di giustizia sono stati necessari sforzi di piazza epocali che hanno coinvolto tutto il mondo, per settimane. Accanto a Biden anche la vicepresidente Kamala Harris; per lei il verdetto di Chauvin è una porta verso un futuro più giusto ma «non guarirà il dolore che esiste da generazioni, tra persone che hanno sperimentato e testimoniato in prima persona ciò che ora un pubblico più ampio sta vedendo».

La scorsa estate Harris ha introdotto il «George Floyd Justice in Policing Act», un disegno di legge per rendere responsabili le forze dell’ordine e contribuirebbe a creare fiducia tra polizia e comuntà. Per il passaggio del disegno gli occhi sono ora puntati sul Senato, dove aspetta di essere votato. I democratici sostengono che metterebbe fine alla profilazione razziale e religiosa, vieterebbe le tecniche di strangolamento, renderebbe più facile perseguire gli agenti di polizia e revisionerebbe le tecniche di formazione degli agenti. Il Gop, invece, si oppone.

ASPETTANDO LA DECISIONE del Senato il procuratore generale Merrick Garland ha annunciato che il Dipartimento di Giustizia aprirà un’indagine approfondita per stabilire se il Dipartimento di Polizia di Minneapolis abbia un modello di pratiche discriminatorie. Questo annuncio è importante in quanto sarà un’indagine federale a esaminare anche la gestione delle accuse di cattiva condotta da parte della polizia di Minneapolis, e potrebbe portare a cambiamenti significativi in un corpo di polizia locale. Come ha voluto sottolineare Garland, il verdetto nel processo penale per l’omicidio di George Floyd «non affronta potenziali questioni di razzismo sistemico a Minneapolis».

IL PASSO DI GARLAND è importante anche in un’ottica di programma più a lungo termine e si accompagna al disegno di legge di cui ha parlato Harris, che segna un approccio completamente diverso per cui le polizie locali dovrebbero sottostare a un modello federale per uscire dalla dinamica delle situazioni virtuose implementate in alcuni comuni, mentre in altri la polizia può agire senza avere nessun tipo di limite e quindi di remora. Questo approccio centralizzato che toglie poteri ai corpi locali è visto dal Gop come fumo negli occhi, ma che non ci si possa fermare ad una singola sentenza è chiaro alla maggioranza degli americani.

IN MOLTI HANNO AFFERMATO che il verdetto offre giustizia per Floyd è una buona notizia ma non basta: «Anno dopo anno, gli agenti di polizia hanno ucciso impunemente i neri in questo Paese e molti di questi casi erano stati anche ripresi in video», ha scritto la storica Keisha N. Blain. Proprio mentre veniva letto il verdetto di Chauvin, a Columbus in Ohio, un agente di polizia ha sparato, uccidendola, una ragazza afroamericana 16enne, Ma’Khia Bryant. Per la polizia la ragazza era armata di coltello e minacciava una coetanea.

Il sindaco di Columbus Andrew Ginther ha descritto la sparatoria come una «situazione orribile e straziante: una famiglia è in lutto stasera». Prima che Chauvin venga condannato ci vorranno altre 8 settimane e visto che il giudice ha revocato la libertà su cauzione dopo il verdetto, l’ex agente attenderà la sentenza in carcere. Gli altri tre poliziotti che erano con Chauvin sono in attesa di processo che si terrà ad agosto.