Alla mezzanotte di ieri le due cordate interessate a comprare Ita hanno consegnato le loro offerte definitive al ministero dell’Economia. La compagnia nata dalle ceneri di Alitalia – ma in «discontinuità» per volere della Commissione europea – è appetita da un lato dalla cordata Msc-Lufthansa e dell’altro dal fondo americano Certares con la prospettiva di un’alleanza con Delta Airlines.
Ora la palla passerà a Daniele Franco e Mario Draghi che dovranno valutare se e con chi procedere in trattativa privata in esclusiva o desistere in attesa del nuovo governo, cedendo alle molte pressioni – Fratelli d’Italia in testa – che spingono per bloccare la privatizzazione.

FINORA IL TESORO ha richiesto chiarimenti e modifiche rispetto soprattutto al prezzo, ritenuto basso. In questo senso i favoriti Msc e Lufthansa non avrebbero modificato la loro offerta: avendo valutato 850 milioni Ita, offrono 680 milioni per l’80 per cento della società.

Invece Certares avrebbe pareggiato la valutazione di Msc e Lufthansa – 850 milioni – ma proponedo l’acquisto del solo 60% pagherebbe circa 510 milioni. Oltre a mantenere il 40% al Mef, la proposta americana punta a concedere al governo un ruolo da «coprotagonista», non si sa quanto voluto.
La bilancia del governo però pende ancora fortemente per la cordata Msc-Lufthansa anche perché l’offerta americana è giudicata debole perché il fondo Certares corre tecnicamente da solo, visto che Delta non fa parte formalmente della cordata e difatti non è tra i soggetti ammessi alla data room per controllare i veri conti Ita.

È INVECE UNA FAKE NEWS la notizia di un possibile sciopero se il governo deciderà di non portare a termine la procedura. La preoccupazione dei sindacati confederali è infatti rivolta unicamente alla tutela dei lavoratori e al piano industriale di (alquanto moderato) ampliamento dell’offerta, di acquisto di aerei e conseguenti assunzioni.

Il segretario nazionale Filt Cgil Fabrizio Cuscito ribadisce la richiesta che «la compagnia confermi piano industriale, sviluppo della flotta ed assunzioni, in caso contrario noi saremmo pronti a mobilitarci. Dal 2008 – sostiene la Filt Cgil – la compagnia di bandiera e i suoi lavoratori sono vittime delle campagne elettorali e mai, fino ad oggi, è stata trovata una soluzione. Chiediamo alla politica di pensare per un momento alla situazione dei lavoratori, con molti, troppi, ancora in cassa integrazione, e alla connettività del paese, levando questa vertenza dagli annunci della propaganda elettorale – continua Cuscito – consapevoli che qualunque sia la scelta per lo sviluppo industriale saranno necessari ancora molti milioni di euro di investimenti per l’implementazione della flotta. Per quanto ci riguarda è dirimente che una quota societaria importante della nostra compagnia di bandiera rimanga nelle mani dello stato. Un’eventuale mancanza di conferma di crescita e dell’aumento della flotta – sostiene il segretario nazionale della Filt – graverebbe non solo su Ita ma anche sulle società di manutenzione, handling e catering ad essa legate in tutta Italia e questa situazione non ci vedrebbe fermi ad aspettare», conclude Cuscito.

PROPRIO SULL’HANDLING arriva la denuncia della Cub. «Passato oltre un mese dalla vendita dell’handling Alitalia alla società Swissport, che ha lasciato a casa in cassa integrazione straordinaria (cigs) centinaia di colleghi e altrettanti sono stati trasformati in precari con l’istituto del distacco. Swissport è passata dall’offrire pasticcini e gelati ai propri dipendenti, al “furto” dei loro diritti acquisiti, come avvenuto con la cancellazione del tempo “cambio tuta” per i lavoratori e le lavoratrici che indossano la divisa. È stata inserita la nuova turnazione con inizio ore 4 e 30, sono stati aumentati i turni con inizio ore 5 e 5 e 30 (programmato anche per due settimane consecutive) come anche il turno serale 18-24. In questo marasma – continua la Cub – ci risulta che il profilo orario più colpito è il part-time a 6 ore». Per tutte queste ragioni la Cub rilancia lo sciopero nazionale di 24 ore del comparto aereo, aeroportuale e indotto del 12 settembre.