Sarebbe stato il primo ministro nella storia della Colombia a venire rimosso dal Congresso attraverso una mozione di censura. Così, per sfuggire al disonorevole primato, il ministro della Difesa Guillermo Botero – travolto dallo scandalo dell’occultamento di una strage di minorenni nel quadro di un’operazione militare contro un accampamento della dissidenza delle Farc – ha deciso di dimettersi lui stesso.

Lo ha fatto non senza opporre resistenza, provando a far leva sull’importanza dell’operazione militare e assicurando di essere all’oscuro della presenza di minorenni nella base guerrigliera, benché – come ha rivelato il portale web La silla vacía – le forze armate fossero state avvisate del reclutamento di giovani da parte dei dissidenti delle Farc nella zona in cui sarebbe stato effettuato il bombardamento.

HA CAPITOLATO, BOTERO, solo quando ha preso atto che la mozione di censura nei suoi confronti, che sarebbe stata votata il 13 novembre, avrebbe ricevuto il voto favorevole di tutti i partiti a esclusione del Centro Democrático del presidente Iván Duque e dell’ex presidente Álvaro Uribe. «Se ci sono minorenni nell’accampamento di un terrorista, cosa bisogna supporre? Che erano arrivati là per giocare a calcio o perché reclutati dal terrorista?», aveva provato a giustificarlo Uribe, illustre esponente di quel modello narco-paramilitare che ha segnato la storia del paese.

MA NEPPURE LA SUA DIFESA era stata sufficiente: «È mio dovere come ministro della Difesa fare una lettura adeguata della congiuntura politica, in virtù della quale ho deciso di presentare la rinuncia all’incarico», ha scritto infine Botero. Che, durante i suoi 14 mesi alla guida del ministero della Difesa, si era distinto per il suo totale disinteresse nei confronti della strage in corso di dirigenti sociali, leader indigeni ed ex combattenti, oltre che per le sue ripetute menzogne. Come quando, a proposito del sequestro e dell’assassinio dell’ex guerrigliero Dimar Torres, aveva dichiarato che la sua morte era avvenuta durante uno scontro con i militari. A proporre la mozione di censura contro Botero era stato il senatore Roy Barreras, del Partido de la U (quello dell’ex presidente Juan Manuel Santos), che martedì durante un dibattito al Senato aveva rivelato come tra gli almeno 14 guerriglieri uccisi nel bombardamento del 29 agosto scorso a San Vicente del Caguán, nel Caquetá – durante il quale era caduto il leader del gruppo armato Gildardo Cucho – vi fossero in realtà sette minori (il giorno dopo la Procura avrebbe portato il numero a otto) tra i 12 e i 17 anni.

«Lei ha nascosto alla Colombia di aver lanciato quel giorno un bombardamento su un gruppo di minorenni», ha denunciato Barreras rivolgendosi al ministro uribista. Un’operazione militare, quella del 29 agosto, che il governo aveva celebrato in pompa magna, rispondendo così in maniera immediata all’annuncio ufficiale da parte della dissidenza delle Farc della ripresa della lotta armata, «nell’ottica del diritto universale che garantisce a tutti i popoli del mondo di sollevarsi in armi contro l’oppressione», come quello stesso 29 agosto aveva dichiarato in un video l’ex numero due dell’organizzazione guerrigliera Iván Márquez.

«GRAZIE A UN LAVORO strategico, meticoloso, impeccabile e assolutamente rigoroso – aveva detto Duque il giorno successivo al bombardamento – è caduto ieri Gildardo Cucho», leader di «una banda di delinquenti narcoterroristi». Ma si era guardato bene dal rivelare che tra quei «delinquenti narcoterroristi» vi fossero otto minorenni, tra cui persino una dodicenne, Ángela Gaitán.