Le misure restrittive adottare a Natale stanno contenendo la curva dei contagi, la pressione sugli ospedali inizia lievemente ad alleggerirsi: è la fotografia della situazione in Italia che ha fatto ieri il commissario straordinario Domenico Arcuri. Sono stati 14.078 i nuovi casi nelle ultime 24 ore su 267.567 i test effettuati, 521 le vittime (84.202 in totale da inizio pandemia). Il tasso di positività è salito al 5,2%, rispetto al 4,9% di mercoledì. Sono 2.418 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, in calo di 43. Gli ingressi giornalieri sono stati 155. Nei reparti ordinari sono invece ricoverati 22.045 pazienti, in calo di 424 unità rispetto a mercoledì. La regione con il maggior numero di nuovi contagiati è stata la Lombardia (2.234) seguita da Emilia Romagna (1.320), Lazio (1.303), Puglia (1275) e Sicilia (1230).

VACCINARE È L’IMPERATIVO. «A causa dei ritardi nelle consegne da parte di Pfizer, l’Italia è passata da una media di 80mila persone immunizzate al giorno, con una punta di 92mila, a una media di 28mila al giorno cioè un terzo» ha spiegato Arcuri. La prima conseguenza è che si è fermato il cronoprogramma: le dosi presenti nei punti vaccinali utilizzate per i richiami. Il taglio del 29% della fornitura ha bloccato la macchina questa settimana ma il problema si riproporrà anche per la prossima. Se l’Italia suona l’allarme ma l’Ue continua a mandare comunicazioni rassicuranti: «Ci sono stati ritardi sulla consegna delle dosi di vaccini Pfizer per tutti gli stati membri, ma saranno assorbiti entro metà febbraio. Dalla prossima settimana le consegne torneranno al 100% delle dosi previste settimanalmente».

ARCURI racconta una storia diversa: «Ci è stato comunicato che riceveremo il 20% di dosi in meno, quindi il rallentamento continua. Tutto questo avviene con decisioni unilaterali che hanno causato una disuguaglianza nella distribuzione dei vaccini. L’azienda ha stabilito, sempre unilateralmente, dove spedirli. Per questo abbiamo deciso con le regioni di redistribuire le dosi che ci arriveranno la prossima settimana. Ci aspettiamo che alle comunicazioni facciano seguito previsioni e quindi le consegne. Purtroppo finora non è stato così». La nuova comunicazione di parte di Pfizer si traduce in un’ulteriore riduzione di circa 100mila fiale, oltre alle 165mila che mancano già all’appello. Delle 465.660 previste, ne arriveranno poco più di 372.500.

Resta sul tavolo la possibilità di far valere le ragioni dell’Italia in sede legale: «L’Avvocatura generale dello stato sta istruendo il dossier che potrà portare a una serie di iniziative a tutela della campagna di vaccinazione e il potenziale danno seguito dal rallentamento». All’Ue è stato chiesto di associarsi all’azione legale ma, ancora ieri, dalla Commissione è arrivato un cortese rifiuto: «Le consegne sono competenza della compagnia e dello stato membro».

I RITARDI SONO OMOGENEI e valgono per tutta l’Europa ma l’Italia è il paese che ha corso di più e quindi è quello a subire il rallentamento maggiore. Alle 19 di ieri erano 1.266.402 i vaccinati in Italia, in 18.871 hanno avuto anche la seconda dose. La prima regione per somministrazioni rispetto alla dotazione è il Piemonte (95,1%), l’ultima la Calabria (52,3%).

Fare pressione su Pfizer è la strategia ma la speranza è rivolta al 29 gennaio, quando l’Ema deciderà se dare il via libera al farmaco Astrazeneca e se accompagnare la decisione con raccomandazioni. Ad esempio, il Moderna può essere utilizzato dai 18 anni in su, il Pfizer dai 16. Dopo servirà l’ok dell’italiana Aifa e quindi bisognerà valutare quanto è già in magazzino, pronto per essere distribuito. La previsione è di avere 8 milioni di dosi nel primo trimestre di quest’anno: «Stiamo parlando con l’azienda e abbiamo già organizzato la consegna che avverrà a Pratica di Mare e noi ci faremo carico di distribuire sui territori» ha spiegato Arcuri. Potrebbe poi arrivare anche il vaccino italiano Reithera, ma i tempo sono più lunghi. Resta il problema del personale per praticare la somministrazione e qui il terreno si fa di nuovo difficile.

IL BANDO per reclutare 15mila tra medici e infermieri (con un adesione massiccia dei medici e molto scarsa per gli infermieri) è ancora il via di completamento con le selezioni: le candidature già completate sono 20.795. «In 2.638 sono già stati valutati idonei e arriveranno sui territori la prossima settimana». In corso anche il bando per i padiglioni temporanei per la vaccinazione di massa. Le offerte dovranno arrivare entro il 27 gennaio. «Se non avessimo avuto questo rallentamento causato da Pfizer sarebbe già iniziata massicciamente la vaccinazione degli over 80» l’ultima stoccata di Arcuri.