Dopo il nuovo record di omicidi ordinari ed extra giudiziari, la Giamaica è in testa anche nella classifica caraibica dei casi di chikungunya virus. Dopo mesi di panico immotivato per i casi di Ebola negli Stati Uniti, con conseguente aumento dei controlli alle frontiere per i passeggeri provenienti dai Paesi africani, ora i Caraibi anglofoni fronteggiano una minaccia reale. Anguilla, Antigua, Barbados, Bahamas, Giamaica e Trinidad & Tobago registrano migliaia di casi; non esiste vaccino, né rimedi farmaceutici efficaci, in quanto il virus (perché di questo si tratta) è ancora ignoto.

L’astruso termine che lo definisce (i giamaicani abbreviano, chik-V) non contempla ancora una classificazione scientifica. Si conosce solo il veicolo che lo trasmette, l’Aedes Aegypti, una zanzara della specie affine all’anofele, la quale è responsabile anche della dengue, la malaria emorragica che affligge il continente americano.

Il numero dei casi di chik-V riscontrati, è in continuo aumento, soprattutto in Giamaica. L’assenteismo scolastico e negli uffici è altissimo, per via degli edifici fatiscenti e umidi, ideale habitat degli insetti; ciò accresce la paura per studenti e impiegati. Sintomi primari: febbre fino a 40°, mal di testa feroci, dolori articolari violenti, soprattutto ai polsi e alle ginocchia, che nei pazienti più anziani lasciano postumi di artrite permanenti.

Il rash cutaneo è spesso così forte che trasforma la doccia con l’acqua fredda in una tortura, ed essendo quella calda un lusso per pochi, le sofferenze aumentano. Molti pazienti, rimasti immobilizzati per settimane, hanno richiesto assistenza continua. Alcuni giamaicani in visita a parenti in Florida, sono dovuti ricorrere alle cure dei sanitari americani, che hanno riconosciuto la loro impotenza nel fronteggiare la malattia.
Gli antibiotici tradizionali sono poco efficaci: unici medicinali che alleviano i dolori, ironicamente, sono quelli più economici, quali i Panadol da banco. La gente in preda al panico si rimpinza di queste pillole, anche in assenza di sintomi, correndo il rischio di ulcere interne. Bambini, vecchi e adulti in condizioni debilitate pagano il dazio più alto. Le conseguenze emorragiche sono limitate per ora, e questo abbassa il numero dei casi letali.

La causa principale della diffusione virale è imputata all’immagazzinamento dell’acqua. In Giamaica la fornitura di acqua corrente è monopolio della Nwc (National Water Commission) società a partecipazione statale. Le tariffe sono le più alte nei Caraibi, tanto che solo il 40% della popolazione può permettersi questo privilegio. Gli altri sono costretti a rifornirsi dai camion che girano l’isola, dai torrenti o raccogliendo acqua piovana, filtrata poi per renderla potabile. Il problema è qui: l’acqua andrebbe conservata in serbatoi speciali di plastica sigillati, che sono carissimi; per cui i più poveri ricorrono a recipienti improvvisati, che se non chiusi a dovere permettono alle zanzare di depositarvi le larve e diffondere così il contagio.

La Carpha (Caribbean Public Health Agency) di Trinidad, afferma che l’epidemia è destinata ad aumentare vertiginosamente nei prossimi mesi. Le statistiche parlano di 750 mila casi nel continente americano, di cui 150 mortali.