La curva che scende, i primi ottimi dati sull’efficacia dei vaccini e la validazione dei test salivari. La giornata di ieri sul fronte Covid registra numeri e notizie importanti. Da una parte l’indice di positività che continua a diminuire e un numero di ingressi in terapia intensiva mai così basso dallo scorso autunno.
Sono stati solo 63 le persone entrate nei reparti di terapia intensiva: un calo vertiginoso sia rispetto ai 99 di venerdì che ai 110 di sabato scorso. Cala il numero dei positivi nelle ultime 24 ore toccando 6.659, secondo i dati del ministero della Salute, contro i 7.567 registrati venerdì. Sono invece 136 le vittime in un giorno, in diminuzione rispetto ai 182 decessi registrati il giorno precedente. E scende anche il tasso positività al 2,2%, anch’esso mai così basso dallo scorso autunno.
Attualmente sono 1.805 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per il Covid in Italia, 55 in meno rispetto a ieri nel saldo quotidiano tra entrate e uscite. Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 12.493 persone, -557 meno di giovedì.
Sono invece più che confortanti i dati che arrivano dal primo report nazionale dell’Istituto superiore di Sanità (iss) e del ministero della Salute sull’efficacia dei vaccini. Lo studio rivela che nelle persone immunizzate il rischio di infezione da Sars-CoV2, di ricovero e di decesso, diminuisce progressivamente dopo le prime due settimane. A partire dai 35 giorni dall’inizio del ciclo vaccinale si osserva una riduzione dell’80% delle infezioni, del 90% dei ricoveri e del 95% dei decessi sia negli uomini che nelle donne e in persone di diverse fasce di età. L’analisi è stata fatta sui dati a partire dal 27 dicembre 2020 (avvio della campagna vaccinale) al 3 maggio 2021, relativi a 13,7 milioni di persone immunizzate. Emerge anche che il 95% delle persone vaccinate con Pfizer o Moderna ha completato il ciclo ricevendo le due dosi, mentre per il vaccino AstraZeneca nessuna delle persone incluse nello studio aveva ricevuto il ciclo completo. «Questi numeri confermano l’efficacia della campagna vaccinale e la necessità di raggiungere presto alte coperture in tutta la popolazione per uscire dall’emergenza grazie a questo strumento fondamentale», ha commentato il Presidente dell’Iss Silvio Brusaferro.
Ieri mattina è invece arrivata la circolare del ministero della Salute, firmata dal direttore generale della Prevenzione Gianni Rezza, sull’«Uso dei test molecolare e antigenico su saliva ad uso professionale per la diagnosi di infezione da Sars-CoV-2». Attesa da settimane, porta con sé il via libera ai test salivari molecolari ma con alcune limitazioni «perché la sensibilità diminuisce dopo i primi 5 giorni dall’inizio dei sintomi» e perché «il campione di saliva può essere considerato un’opzione per il rilevamento dell’infezione qualora non sia possibile ottenere tamponi oro/nasofaringei».
I test salivari molecolari «possono rappresentare uno strumento utile per il monitoraggio e controllo dell’infezione da Sars-CoV-2 in ambito scolastico e potrebbero essere utilizzati anche per gli esami di maturità e terza media. «Alcuni studi hanno rilevato sensibilità comprese tra il 53 e il 73%», sottolinea la nuova circolare: un valore molto inferiore rispetto ai molecolari ma non distante dagli antigenici.
«Il campione di saliva – sottolinea la circolare – può essere considerato un’opzione in individui asintomatici sottoposti a screening ripetuti, per aumentare l’accettabilità di test ripetuti, in particolare: se vengono sottoposti a screening individui molto anziani o disabili e in caso di carenza di tamponi», sottolinea la circolare indicando quando usare il test salivare molecolare.
Con un quadro pandemico sotto controllo e tutti i numeri in calo, a preoccupare rimane la cosiddetta variante indiana, contro la quale l’efficacia dei vaccini non è del tutto assicurata. Ieri sono arrivati i numeri dei casi in Italia: sono al momento 52 i casi segnalati in Italia, valori rilevati in Italia sono confrontabili a quelli di Francia, Irlanda, Belgio e Danimarca. Mentre la Gran Bretagna ha molti più casi sia a causa dei rapporti con l’India che del numero enorme di sequenziamenti.