Ve li ricordate Zagorakis e Anastopoulos? Onesti pedatori greci, bidoncini del campionato di calcio di A. Stendiamo un velo su quelli che militano nei club attuali. Invece i furboni, artefici del cosiddetto “Miracolo Novara”, oggi in serie B, hanno deciso di buttare alle ortiche dignità e schiena dritta comprando il talentuoso centrocampista ellenico Giorgios Katidis, radiato da tutte le squadre nazionali del suo paese e sospeso anche dal club, l’Aek Atene, dopo aver fatto il saluto nazista a braccio teso, verso i suoi tifosi dopo un gol.
Il passaggio del calciatore è semiconcluso, un classico colpaccio di mercato prendendo un ragazzo di 20 anni, quasi gratis. E il Miracolo Novara? Lo squadrone con la maglia azzurra (sul petto lo scudo rosso con la croce bianca) vestita da Silvio Piola nei tempi eroici, con un gruppo di supporters I Fedelissimi, nato nei sixties, è un concentrato del peggior arrivismo calcistico di questi tempi.

I suoi padroni sono la famiglia De Salvo, imprenditori della sanità privata, proprietari di tante cliniche in questo spicchio di Piemonte (ma pure del policlinico di Monza), genìa rampante che ha deciso di puntare tutte le carte sulla febbre pallonara per farsi strada negli appalti e nelle relazioni.

Due anni fa erano in A col campo in sintetico e l’impianto polisportivo di Novarello, l’anno scorso sono stati penalizzati per il calcioscommesse (un match concordato del 2011 col Siena). E oggi suonano la grancassa, col codice etico sul sito internet della società, e i junior champ in bei posti. Un gestaccio così – questo trasferimento – non lo merita la città del Risorgimento e nemmeno tutto il calcio italiano, stretto nella morsa di intolleranza razziale, violenze e diffusa illegalità.