Sono trascorsi 14 anni dal disastroso terremoto nel capoluogo abruzzese e 7 anni da quello che colpì molti comuni del centro Italia. Non è retorico chiedersi se abbia senso, culturale e politico, riproporre la manifestazione “Il jazz italiano per le terre del sisma” (L’Aquila, 2-3 settembre; 25-27 agosto Cammino solidale, trekking e musica, fra Camerino ed Amatrice). La risposta è affermativa: nella sua IX edizione la rassegna – rinnovantesi grazie alla rotazione della collegiale direzione artistica – rimane visibilmente fedele all’originaria natura solidaristica e continua ad offrire un significativo ed ampio spaccato del jazz italiano; la presenza operativo-ideativa delle varie associazioni (dagli organizzatori ai fotografi) riunite nella Federazione Nazionale “il Jazz Italiano” resta in tal senso fondamentale. I numeri del 2023 parlano da soli ma sono anche la qualità del pubblico unita alla progettualità-passione dei musicisti/e a fare la differenza. 25.000 presenze, 200 jazzisti/e coinvolti, circa 50 concerti svoltisi in 15 piazze e luoghi del centro storico aquilano, in gran parte ricostruito (palco principale la suggestiva Scalinata di San Bernardino).
TUTTA l’operazione è organizzata e coordinata dall’associazione “Jazz all’Aquila” (con il coinvolgimento operativo della Fed. Naz. “Il Jazz Italiano”), sostenuta da enti istituzionali (dal ministero della cultura ai comuni), supportata da main sponsor tra cui SIAE e Nuovo Imaie. La valenza dell’iniziativa passa anche per la collaborazione con enti culturali aquilani, concretizzatasi in coproduzioni con Teatro Stabile d’Abruzzo, Accademia di Belle Arti, Conservatorio A.Casella, Museo MAXXI L’Aquila, Teatro dei 99. In tal senso è stato importante l’esordio dell’Orchestra Jazz Che Vorrei L’Aquila (guidata da Pasquale Innarella) all’Auditorium del Parco, frutto di un progetto annuale con oltre 50 musicisti tra 8 e18 anni (sostenuto da conservatorio e comune): è un organico che semina nel presente e guarda al futuro, crea sensibilità e comunità, valori sonori e sociali. Generativo il tema scelto dai tre direttori del 2023 Francesca Corrias, Roberto Ottaviano e Fausto Savatteri: “Movi menti”. Si è sostanziato in progetti ispirati ai “movimenti” di crisi e rinascita, a quelli che fanno incontrare persone, connettere le arti, sviluppare uno sguardo e un dialogo interdisciplinare. Qualche esempio, pescato dai concerti del 2 settembre. Alla Fontana delle 99 Cannelle si è materializzata la produzione originale “Partita a scacchi in Jazz”, in cui – con costumi, suoni, recitazione e coreografie – si è riproposto in chiave musicale una storico incontro del 1957 tra B.Fisher e J.Sherwin. Altra produzione quella del West Side Story Ensemble alla scalinata di San Bernardino: una rilettura jazzistica della partitura di Leonard Bernstein (immortalata da teatro e cinema) con voce narrante ed attori, su arrangiamenti di Massimo Colombo. Nella stessa serata si è esibito l’eccellente quintetto di Cristina Zavalloni (tra Laura Betti e proprie composizioni), l’iper-energetico Boom Collective di Gaetano Partipilo, il trascinante e coinvolgente Gegè Telesforo con la sua “Big Mama Legacy”.
IL 3 SETTEMBRE (ore 12) toccante e partecipato è stato il recital al Parco della Memoria (inaugurato nel ‘21, luogo che vuole ricordare le vittime del 2009). In solidarietà con le popolazioni terremotate di Turchia e Siria ha suonato il Fakhraddin Gafarov Trio, con molto pubblico. Davvero tantissimi i recital come le iniziative de “il jazz italiano per le terre de sisma”, da quelle didattiche a quelle laboratoriali, dal ricordo di Max Urbani a 30 anni dalla sua scomparsa alle presentazioni librarie: un’immersione nel flusso jazzistico dalla tarda mattinata fino a notte inoltrata. Importanti anche i premi (curati dalle associazioni della Federazione Nazionale) tributati al batterista Gegè Munari (alla Carriera), a Piero Angela (alla Memoria), ai trombettisti Iacopo Teolis (Giovane Visionario) e Gabriele Mitelli (Nuove Direzioni), al Jazz Club Ferrara, alla fotografa Elena Carminati e al vocalist Gegè Telesforo, all’Ambra Jazz Festival ed, ex aequo, alle rassegne “Pedras et Sonus” e “You Must Believe in Spring” (premio Gender Equality). Ancora la musica e le voci risuonano nel centro storico de L’Aquila mentre vengono nominati i nuovi direttori per il 2024: il giovani ed affermati musicisti Francesco Diodati e Gabriele Mitelli insieme al “direttore senior” Ugo Viola. Un bel tris d’assi.