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Nostalgia canaglia grunge

Nostalgia canaglia grungeAlice in chains

Note sparse Il ritorno degli Alice in Chains con «Rainier Fog», terzo album dopo la morte dello storico cantante Layne Staley

Pubblicato quasi 6 anni faEdizione del 1 novembre 2018

Nirvana, Melvins, Soundgarden, Pearl Jam, Stone Temple Pilots. La scena grunge, esplosa all’inizio degli anni ’90, è stata tanto dirompente e innovativa nei suoni e nell’approccio, quanto tormentata nei destini dei suoi protagonisti. Si pensi a Chris Cornell, suicidatosi l’anno scorso, ultima di una lunga serie di tragedie. Jerry Cantrell e i suoi Alice in Chains, tuttavia, non hanno mai smesso di esorcizzare attraverso la musica rabbia e drammi privati. Questo Rainier fog è il terzo album dal ritorno della band dopo la morte dello storico cantante Layne Staley. E fin dal titolo (riferimento al vulcano sopra la città) è un omaggio al Seattle sound e agli amici che non ci sono più. La ricetta è sempre la stessa ma funziona perfettamente: l’impronta inconfondibile di Cantrell, il cantato a due voci, riff pesantissimi e quelle melodie storte che li rendono riconoscibili al primo secondo. Un disco forse un po’ nostalgico, certo, ma rivolto anche a chi, disorientato da un panorama musicale in cui le chitarre sembrano scomparse, voglia ripartire dai fondamentali.

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