C’era una volta l’Italia, un paese dalle lunghe coste e dagli alti crinali. Il popolo era uno, ma le lingue, le tradizioni e le differenze tante. Nel corso dei secoli in tanti avevano provato a governarla e farla crescere. Alcuni erano riusciti nell’intento meglio di altri. Poi venne l’oscurità, la guerra e l’oppressione. In una parola: il fascismo. Il popolo, credendosi forte in scia a un grande leader, scopri la sua debolezza, che affondava le radici nella fragilità di ciascuno.

Si toccó il fondo per poi risalire. La Repubblica e la Costituzione squarciarono il cielo inondando la penisola di speranza e il popolo, scoprendo l’importanza della solidarietà e della politica, riuscì finalmente a dare espressione al suo volere grazie all’elezione dei suoi rappresentanti. Prese vita la Democrazia.

Seguirono decenni entusiasmanti che riempirono i forzieri, periodi non facili chiamati anni di piombo, grandi corse verso il progresso e improvvise cadute. Al giro di boa del millennio il popolo cominciò a non riconoscersi più, a non riflettersi nel suo stesso volto. Una moltitudine di schermi, come specchi, si era frapposta tra le persone. Tante solitudini cominciarono a nutrirsi dell’eco di loro stesse e un vecchio adagio chiamato “divide et impera” poté tornare a farsi strada.

Tutto acceleró. La politica divenne ostaggio di un labirinto di specchi, le persone si sentirono smarrite al suo interno, incapaci di trovare una qualunque via d’uscita. Un misto di senso di colpa e bisogno di certezze induceva i più a cercare uomini forti che potessero offrire qualche appiglio in questo deserto dai mille riflessi. Qualche uomo, credendosi forte, provó a gettare l’amo ma il popolo, per fortuna, non abboccó e, così facendo, si salvó.

Poi ci fu una gran confusione, la ricerca disperata di nuove strade, nuovi equilibri, nuove soluzioni. Ritenendo questi sforzi troppo faticosi, un guastatore mise un granello di sabbia grande come un macigno negli ingranaggi della politica e rese vano ogni sforzo compiuto fino a quel momento.

Fu allora che intervenne l’unico capo della tribù italica ancora rispettato da tutti. Costui fece l’unica cosa possibile, ma che nessuno si aspettava: chiamare in soccorso un Drago.

E fu a quest’ultimo che fu affidato il compito più difficile: convincere il popolo che non tutti i Draghi sputano fuoco.

 

 

*Fondatore del movimento delle Sardine