«Soddisfatto e ottimista» si dichiarava Paolo Gentiloni, giovedì sera alla conclusione di una breve, ma importante visita all’Avana. È infatti il primo ministro degli Esteri dell’ Unione europea venuto a “tastare il polso” a Cuba dopo il processo di ristabilimento delle relazioni diplomatiche con gli Stati uniti, iniziato lo scorso 17 dicembre che di fatto ne induce un “riposizionamento” geopolitico. Per Cuba si tratta di un processo strategico, ma che necessita anche di un contrappeso europeo – oltre che, naturalmente, latinoamericano- per non essere sbilanciato, visto che il vicino, ed ex nemico, del Nord è la potenza imperiale del pianeta. Da qui, l’importanza per l’Avana di mantenere un dialogo e una cooperazione con alcuni paesi amici dell’Europa, in attesa che avanzino le trattative, in corso da qualche mese, per un pieno ristabilimento delle relazioni politiche e commerciali con l’Ue.

La «soddisfazione» espressa da Gentiloni, deriva dall’essere stato accolto all’Avana con grande interesse e calore. Oltre agli incontri programmati con i ministri degli Esteri, del Commercio e dell’Energia, il capo della diplomazia italiana è stato ricevuto dal presidente Raúl Castro, che, in un lungo colloquio, ha manifestato «una grande amicizia per l’Italia».

Cuba è assai attenta a proteggere la propria sovranità da qualsiasi iniziativa politica che abbia mire egemoniche. Per questa ragione, nel novembre dell’anno scorso il presidente Raúl non ricevette il ministro degli esteri spagnolo Garcia-Margallo. Con l’Italia, il clima è differente. Lo si è visto anche nell’incontro con il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez Parilla. «Abbiamo messo in chiaro – ha detto Gentiloni – l’augurio che avanzi il processo di normalizzazione dei rapporti tra Cuba e Usa e che questo comporti, come naturale conseguenza, la fine dell’embargo» unilaterale imposto da più di cinquant’anni da Washington». Embargo che lo stesso presidente Obama ha definito «un fallimento». Il ministro italiano ha sostenuto – in sintonia con la sua controparte – che «non vi è competizione tra Ue e Stati uniti, ma che i due processi di ristabilimento di piene relazioni con l’Avana debbano procedere in parallelo», senza ostacolarsi, anzi «una presenza più attiva degli Usa può contribuire a far avanzare il nostro dialogo». Su questo punto, Gentiloni ha voluto precisare la posizione del governo italiano: rendere più frequenti gli incontri fra le delegazioni cubana e della Ue per affrontare e approfondire i temi più delicati – dal punto di vista politico la questione dei diritti dell’uomo nell’isola – in modo da accelerare i tempi e siglare l’Accordo di dialogo politico e cooperazione fra Unione e Cuba. Per sottolineare l’importanza delle trattative, Gentiloni ha affermato che vi potrebbe essere una prossima visita a Cuba della responsabile della politica estera dell’Ue, Federica Mogherini.

La visita del ministro italiano non aveva solo scopi politici. Infatti Gentiloni era accompagnato dal sottosegretario per l’America latina, Mario Giro, che lo scorso 16 ottobre aveva preparato la missione italiana soprattutto dal punto di vista dei rapporti economici e commerciali tra i due paesi. L’Italia è il secondo partner commerciale di Cuba nell’Ue, con un volume di scambi di 340 milioni di euro e un attivo di 200 milioni. «Questo bilancio favorevole potrà essere notevolemnte incrementato grazie alla riforma (“modernizzazione”) economica messa in atto dal governo» di Raúl Castro, ha affermato il ministro. Oltre al tradizionale settore del turismo, l’Italia potrà incrementare la sua presenza «nel settore delle piccole e medie industrie,nelle cooperative, edilizia e soprattutto nel settore delle energie rinnovabili, visto che Cuba prevede di giungere a un 25% del fabbisogno energetico fornito proprio dalle rinnovabili». Questi temi verranno trattati specificamente da una «importante delegazione di imprenditori italiani» che verrà nell’isola caraibica ai primi di maggio guidata dal viceministro del commercio.Inoltre, prima dell’estate, verrà aperto all’Avana un ufficio dell’Ice.

Il ministro ha incontrato anche il cardinale Jaime Ortega, protagonista cinque anni fa del “disgelo” tra Chiesa cattolica e governo cubano. Il Vaticano ha svolto una importante funzione di mediazione nelle trattative sfociate con la storica dichiarazione del 17 dicembre di Obama e Raúl Castro. E attualmente la Chiesa cubana sostiene un movimento laico cattolico impegnato a dare maggiore protagonismo alla società civile cubana, come richiesto dagli Usa, e auspicato dalla Ue, per progredire nelle trattative con l’Avana.