Manifestazioni, proteste e anche le preghiere dei frati salesiani non hanno potuto nulla. Il Muro, serpente di cemento armato e recinzioni che corre lungo e dentro la Cisgiordania occupata, taglierà fuori il monastero dalle sue terre coltivate. Decine di famiglie palestinesi di Beit Jala perderanno l’accesso ai loro appezzamenti di terra, vigneti ed uliveti. La Commissione israeliana per gli Appelli a metà settimana ha emesso il verdetto tanto temuto: luce verde alla costruzione del Muro lungo un percorso che metro più metro meno è quello che allinizio avevano deciso le autorità di occupazione.

Il progetto originario prevedeva la costruzione della barriera in mezzo all’area del monastero di Cremisan, così da lasciare il convento e le terre agricole sul versante israeliano e la scuola su quello palestinese. Il villaggio di Beit Jala, sostenuto dai frati salesiani di Cremisan, non si era arreso e per mesi ogni venerdì si è riunito nella pineta del monastero per pregare, insieme a delegazioni internazionali. Allo stesso tempo ha portato avanti un percorso legale a cui nel 2010 si sono uniti i frati salesiani. A sostegno della battaglia è intervenuto anche uno degli esponenti più importanti della Chiesa cattolica locale, monsignor William Shomali. «L’obiettivo del Muro non è la sicurezza di Israele, ma la confisca di terre palestinesi», commentò il religioso.

I danni economici saranno pesanti e li pagherà in gran parte la comunità palestinese. La costruzione del Muro prevede anche la confisca di terre agricole appartenenti a 58 famiglie, con il fine di collegare le tre colonie israeliane che circondano Beit Jala: Gilo, Har Gilo e Givat Hamatos. La nuova barriera partendo da Har Gilo chiuderà il villaggio di Al Walaje e proseguirà verso Cremisan, ricongiungendosi con quella che già circonda Betlemme. La sentenza prevede la creazione di un posto di blocco agricolo come già accade in altri punti della Cisgiordania occupata. Ma i contadini di Beit Jala potranno superarlo soltanto con un permesso dei militari.

Il monastero di Cremisan è sorto nel 1885 e sin da allora è stato un punto di riferimento per i palestinesi della zona. I frati producono vino con uve di Betlemme e Hebron, facendo lavorare una ventina di persone. Più di tutto Cremisan ha una scuola elementare e un asilo per 400 studenti. Ogni anno assicura borse di studio e sussidi agli studenti migliori. Molte cose cambieranno quando il Muro sarà ultimato.