Con un’ordinanza d’urgenza il tribunale civile di Genova ha accolto il ricorso di Marika Cassimatis contro il provvedimento col quale Beppe Grillo, in qualità di garante del Movimento 5 Stelle, aveva annullato il risultato delle «comunarie» online che l’aveva eletta candidata sindaca. Non è proprio usuale che un magistrato influisca sulle decisioni di una forza politica, ma la faccenda è anomala oltre che particolarmente ingarbugliata, anche a causa della struttura a scatole cinesi di cui si compone l’infrastruttura giuridica e la gerarchia organizzativa del M5S.

Nel pomeriggio, Cassimatis ha tenuto una conferenza stampa sulla scalinata Borghese, in piazza Tommaseo. Nonostante le parole dure dei giorni scorsi, la querela contro Grillo e Di Battista e il provvedimento di «sospensione» dal M5S emanato da Grillo, ha deciso di mostrarsi conciliante. «La soluzione amichevole è sempre possibile – ha spiegato – Noi la chiediamo dal 17 marzo, quando la nostra lista è stata sospesa senza chiarimenti. Speriamo che dopo questa sentenza si arrivi ad un incontro. Crediamo nelle idee del M5S, pensiamo che qualcuno abbia sbagliato». Quanto alle misure disciplinari, la candidata contesa ha spiegato di aver ricevuto «due lettere in cui veniva segnalata la possibilità di essere sospesi dal Movimento ma nessun atto ufficiale, tanto che accediamo ancora al blog e a Rousseau».

«Al momento sono la candidata sindaco del M5S, il marchio è attribuito a chi vince le ‘comunarie’, cioè a me. Non credo sia possibile uno scenario con due candidati» ha aggiunto Cassimatis. In serata, proprio dal blog, è arrivata una nota gelida: «Non possiamo non rilevare come in nessun passo della sentenza si sostenga che Cassimatis è la candidata sindaco del M5S, come lei ha affermato. Cassimatis è stata sospesa e la votazione del 14 marzo è stata annullata, pertanto la stessa non è né sarà candidata con il MoVimento 5 Stelle a Genova alle elezioni dell’11 giugno».

Eppure, il giudice nella sentenza è abbastanza chiaro: «Nonostante non sia particolarmente agevole ricostruire le regole organizzative del Movimento e l’istanza dirigista riconosciuta a Grillo, quest’ultimo non ha un potere di intervento nel procedimento di selezione delle candidature», si legge nel dispositivo.

 

grillo

Il leader potrebbe ricorrere ad un’ultima arma contro la candidata riammessa: il divieto di usare il simbolo a 5 Stelle, brand quotatissimo sul mercato elettorale e per questo contesto dai mille rivoli in cui si dividono i grillini su scala locale. Solo per citare l’ultimo esempio, a Padova i grillini sconfitti nelle primarie annunciano che potrebbero ricorrere contro i loro rivali interni.

Nel caso genovese, Grillo avrebbe ancora la facoltà di ritirare il simbolo perché questo appartiene ad una associazione registrata nel 2012 da lui stesso assieme al nipote Enrico e al commercialista Andrea Nadasi, denominata «Movimento cinque stelle», con la «v» minuscola. Questa è altra cosa dal «MoVimento cinque stelle» vero e proprio, contro il quale è stata emessa l’ordinanza di ieri e al quale aderiscono gli iscritti al blog. Cassimatis, dunque, come tutti gli attivisti non è iscritta a questo soggetto, non ha potere di ricorso e potrebbe trovarsi di fronte alla sorpresa di una diffida a usare un simbolo non suo. Non è difficile capire, tuttavia, che anche in questo caso ci sarebbero carte bollate e udienze in tribunale.

In ogni caso, per Grillo si apre una corsa contro il tempo: il termine per presentare le liste per le amministrative scade il 12 maggio. M5S ha 15 giorni per presentare un ricorso contro la decisione del tribunale civile di Genova. Poi i giudici avranno altri 20 giorni per pronunciarsi. Se i legali dei pentastellati faranno in fretta, la decisione arriverà in tempo utile per la presentazione della lista. Il presidente del tribunale ha spiegato che se dovesse arrivare un ricorso, sarà preso in esame con «la massima tempestività». A esaminarlo sarà la stessa sezione di cui fa parte il giudice che ha dato ragione a Cassimatis, ma ovviamente il magistrato non farà parte del collegio giudicante.

Nel frattempo, a fare le spese dell’incertezza è l’avvio della campagna elettorale dei grillini. Il tenore Luca Pirondini, che aveva vinto la seconda tornata di «comunarie» per Genova e per adesso pare estromesso a favore di Cassimatis, ieri era atteso a un confronto con i candidati di centrodestra Marco Bucci e centrosinistra Gianni Crivello, ma non si è presentato.