Non è facile trovare uno ‘slot’ per parlare con uno dei quattro ragazzi – tre e una ragazza – promotori delle «6000 sardine contro Salvini».Primo evento a Bologna il 14 novembre e poi una valanga di piazze autoconvocate. Ma non si può dire che siano stati «travolti» dagli eventi. Mattia Sartori – trent’anni, ricercatore nell’ambito dell’energia rinnovabile – è rimasto misteriosamente pacato e riflessivo, nonostante la sovraesposizione di questi giorni. L’antipopulismo, la compostezza del linguaggio la capacità di ribaltare il discorso ovvero di rappresentare Salvini come un leader fragile. Dica la verità: c’è una teoria dietro la pratica della sardina?...