In queste giornate terribili Odessa viene raccontata come una simil-Napoli sul Mar Nero. Un’altra città mediterranea, Tel Aviv è stata spesso accomunata alla capitale del mezzogiorno, almeno da quando Achinoam Nini, ossia Noa, la famosa cantante israeliana di origini yemenite, ha riscosso successo un po’ dappertutto cantando le traduzioni in ebraico delle melodie napoletane più note, nell’album Napoli-Tel Aviv del 2006 e sottolineandone le atmosfere comuni. “Quando ero piccola mia madre aveva l’abitudine di ascoltare canzoni napoletane, lo faceva in cucina mentre preparava da mangiare. Le piacevano soprattutto quelle cantate da Pavarotti: così ho cominciato ad avere una certa familiarità con questo tipo di musica – ha detto Noa, che ha fatto il servizio militare nella banda musicale dell’esercito passando gran parte del tempo a cantare musica tradizionale  – Come sappiamo la musica napoletana ad un certo punto divenne famosa in tutto il mondo. Molti artisti cominciarono a cantarle, io ascoltavo Elvis e altri cantanti americani che avevano inserito canzoni napoletane nel loro repertorio. Così quando sono venuta in Italia e ho ascoltato le versioni originali, questi brani non mi erano totalmente ignoti. Il mio rapporto con la musica napoletana è diventato, però, molto profondo quando sono venuta a Napoli e ho incontrato i Solis String quartet. Grazie alla loro amicizia, il legame con la canzone napoletana è diventato più intenso di quanto avessi potuto immaginare”.

PER RACCONTARE questa passione smisurata Noa, la voce regina di una musica senza confini, Gil Dor, da sempre suo chitarrista e direttore musicale, e il Solis String quartet, stimato e affermato ensemble d’archi, collaboratori da più di quindici anni, presentano sabato 2 aprile al Teatro Trianon, To Napoli with love, uno spettacolo inedito con una scaletta creata ad hoc, con arrangiamenti raffinati, unita al rispetto delle tradizioni e alla ricerca musicale. Una serata speciale rispetto al tour di concerti, omaggio alla canzone partenopea e alla capacità di sperimentare di un’artista che in trenta anni di attività ha saputo attraversare stili e argomenti diversi, sempre in perfetta armonia tra di loro, dall’incontro con Pat Metheny per due dischi di successo mondiale fino all’esibizione a Sanremo presentando, fuori gara, Beatiful That Way, un suo testo sulla colonna sonora di “La vita è bella”, dalla richiesta di pace in Medio Oriente negli show insieme al palestinese Nabil Salameh, il frontman dei Radiodervish fino  al concerto di Natale in vaticano. E naturalmente Noapolis, Noa sings Napoli, l’album del 2016 dove la forestiera dagli occhi neri si rituffa nei classici, immergendosi profondamente nella città della sirena e rilucidando con la sua voce di tufo e di mare un patrimonio sonoro dal fascino immutato.