Adesione di circa il 70% dei lavoratori per lo sciopero nazionale in Tim. Manifestazioni e presidi in tutta Italia e sotto al Mise per denunciare «il silenzio del governo» alle richieste di incontro dei sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom contro lo «spazzaTim», lo scorporo della rete in una società a parte. «Lo sciopero ha avuto una adesione molto alta, continuiamo la mobilitazione con gli incontri con le forze politiche per protestare contro lo spezzatino – commenta Giorgio Serao della segreteria Fistel Cisl – . La frammentazione dell’azienda rappresenta una mera operazione finanziaria per vendere asset e ristorare gli azionisti delle perdite di questi anni. Lo smembramento di Tim genera 40 mila esuberi tra diretti e indiretti e pregiudica anche la tenuta di tutta la filiera delle telecomunicazioni».
«La grande mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori di Tim non può rimanere senza risposta. Un processo di ristrutturazione che separi la rete dai servizi non sarebbe solo inusuale, ma comporterebbe un dramma occupazionale senza precedenti», afferma il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. «Siamo ancora una volta a un passaggio delicato e drammatico della storia di Tim e delle telecomunicazioni. L’Italia rischia di rimanere l’unica in Europa a non avere un operatore integrato di servizi e di rete. Il Governo – conclude la Landini – ha il dovere, più che occuparsi della dinamica di mercato, di immaginare la funzione strategica di Tim in Italia e in Europa».