All’inizio Nioh sembra un gioco dalla difficoltà solo discreta, almeno per chi ha trascorso centinaia di ore a vagare per le trappole mortali inventate da Hidetaka Miyazaki con i suoi “souls” e Bloodborne, videogame dai quali il lavoro nippo-demoniaco per Playstation 4 di Team-Ninja e Tecmo-Koei è ispirato. Tuttavia bastano poche ore di gioco e l’acquisizione di un’orgogliosa sicurezza da hardcore-gamer per venire severamente puniti: dalla volta di una caverna ecco discendere una donna-vampiro con un ombrello dal nome di Hino-Emma che fa crollare ogni velleità di campione anche al giocatore più abile. La graziosa fanciulla maledetta può paralizzarci e annientarci mentre siamo immobili e ci insegue ovunque, senza concederci un battito di ciglia di tregua. Talvolta si alza in volo, flagellandoci di devastanti attacchi. Solo dopo un ventina di tentativi riusciamo a intuire con freddezza la sua strategia letale, dopo trenta a batterla ormai quasi morenti, diventando più astuti e veloci di questa “sciagura volante” grazie ad un pensiero tattico che si deve adattare ad ogni suo movimento ed essere immediatamente riprodotto con efficacia e tempismo dalle dita sul controller. Bisogna essere veloci per vincere ma soprattutto mai smettere di pensare, e non cedere al panico o allo sconforto.
Una demoniaca chimera tra Ninja Gaiden, Onimusha Dawn of Dreams e Dark Souls, Nioh ci trasporta nel Giappone feudale ai tempi delle sanguinose battaglie dei Signori della Guerra alle quali si aggiungono le sovrannaturali minacce degli Yokai. Controlliamo un samurai biondo e occidentale, un po’ come il Tom Cruise del film di Edward Zwick ma con il viso che ricorda la durezza del Geralt di The Witcher, vivendo una trama che può sembrare approssimata e delirante ma non lo è grazie alla sua funzionalità e al suo fascino esotico. La narrazione infatti è solo una cornice perchè Nioh è pura “giocabilità” e richiede al giocatore un virtuosismo tecnico che non è mai frustrato da errori di programmazione o dalle risposte imprecise ai comandi. Si tratta inoltre di un videogame generoso, così ricco di ambientazioni e missioni da richiedere più di un centinaio di ore per essere completato, senza alimentare mai il benchè minimo sentore di noia, costruendo invece un potente crescendo grazie alla sua curva non lineare di difficoltà che prorpio quando ci sentiamo più forti torna a condannare, sorprendendoci e umiliandoci, il nostro eccesso di sicurezza.
Imperdibile per chi ama videogiochi duri e profondi, suggestivo nella sua rappresentazione di un Giappone piagato dalla guerra e ammorbato da diaboliche e magiche presenze, esaltante quando si superano le innumerevoli sfide apparentemente insormontabili che propone e con un sistema di combattimento ancora più sofisticato di quello dei “Souls”, Nioh è una sfida per i “paganini” del dual-shock e non solo, perchè può educare chiunque alla sua difficoltà con la giusta severità di un maestro del bushido.