La fine del mondo ha i colori dei fiori di ciliegio ampiamente sbocciati, le forme delle maniche corte delle magliette, e venticinque gradi a mezzogiorno in una Torino ligia e inquadrata come le sue vie a scacchiera. Se non fosse per la pandemia di chiacchiere sul Coronavirus che si rincorrono in ogni tavolino, bar, edicola, ristorante, banco del mercato, autobus, ovunque, ci sarebbe da discutere di questo folle inverno che nemmeno ha più il buon gusto di travestirsi da primavera, ma passa direttamente all’estate piena a fine febbraio. I torinesi sono a casa: hanno ricevuto delle indicazioni che da queste...