Lavorare con i soldi pubblici e licenziare sindacalisti se danno fastidio. La sezione sarda dell’Aias, associazione nazionale che si occupa di assistenza agli spastici – due giorni fa ha licenziato il quarto sindacalista in un anno. E’ Michele Serra, dirigente della Fp Cgil, al quale viene imputato di aver «leso gravemente, con le sue dichiarazioni, l’immagine dell’associazione». Con le stesse motivazioni l’Aias ha mandato a casa nei mesi scorsi il dirigente della Cisl Roberto Fallo, quello della Usb Armando Ciosci e il rappresentante della Cisal Antonello Repetto.
Da circa due anni Michele Serra e gli altri licenziati si battono perché i circa 1.000 lavoratori ricevano con regolarità stipendi, bonus e tredicesime. Lo scontro è durissimo e ha portato all’organizzazione di manifestazioni, sit-in, scioperi della fame e ripetuti appelli alla politica. La tensione è salita alle stelle – con i lavoratori per diversi mesi a zero euro o con acconti saltuari del 50% – sino a quando la vertenza Aias è approdata prima in commissione e poi in consiglio regionale. A settembre l’Ats (Azienda per la tutela della salute, gestita dalla Regione Sardegna, che dal 1° gennaio del 2017 ha incorporato in un’unica struttura tutte le Aziende sanitarie locali sarde) ha stipulato con l’Aias un contratto che stabilisce, oltre al tetto delle prestazioni, anche regole precise per quanto riguarda l’erogazione puntuale degli stipendi ai lavoratori. Da ottobre, infatti, le mensilità sono pagate con regolarità, ma resta un importante arretrato da saldare sul quale non ci sono garanzie.

«Le segreterie della Fp Cgil – scrivono il segretario generale della funzione pubblica Cgil di Cagliari, Giorgio Pintus, e della Sardegna, Nino Cois – esprimono al compagno Michele Serra la più ampia solidarietà sindacale, politica ed umana». Nel documento manifestano anche «il proprio ringraziamento a Serra perché ha trovato ed usato – nell’ambito della vertenza verso l’Aias, senza mai trascurare i propri doveri di lavoratore e sempre nei confini del suo ruolo sindacale e della correttezza verso tutti – le parole del diritto, della legalità, della giustizia, del buon senso e della dignità del lavoro, durante anni nei quali in tanti sono rimasti invece silenti e inerti».

Una vicenda che ora proseguirà davanti alla magistratura del lavoro. «Nel frattempo – insistono nel documento congiunto Pintus e Cois – nell’interesse generale delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Aias, dell’utenza del servizio e della cittadinanza, chiediamo all’Ats, alla giunta regionale e al consiglio che siamo mantenuti gli impegni assunti con la delibera approvata il 9 maggio 2017». In pratica, la possibilità di revocare le convenzioni da parte della Regione Sardegna nel caso le aziende committenti non rispettino il puntuale pagamento degli stipendi. Ovvero, la chiusura del rubinetto dei finanziamenti pubblici concessi dalla giunta regionale. «Ad ogni livello la Cgil – conclude il documento sindacale – proseguirà la propria iniziativa per la legalità contrattuale e per i diritti del lavoro».

Con la Cgil si schiera l’assessore regionale alla Sanità, Luigi Arru: «L’Aias invece di accogliere i numerosi inviti alle corrette relazioni sindacali e apprezzare gli sforzi fatti dall’Ats per effettuare i pagamenti regolarmente, segue una strada che dà messaggi opposti e inaccettabili». Da parte sua la Ats sottolinea di essere «in regola con i tempi di pagamento delle fatture» e ricorda che «il 18 settembre 2017 è stato sottoscritto con Aias un contratto per l’acquisizione di prestazioni di assistenza riabilitativa per un valore complessivo pari a 22.287.288 euro. Il contratto stabilisce che la struttura è obbligata ad erogare le prestazioni nel rispetto delle norme inerenti la tutela e la sicurezza dei lavoratori, oltre che la tutela retributiva, impegnando Aias al regolare pagamento delle stesse».