Niente bonus di 80 euro ai figli degli immigrati regolari che vivono in Italia, come previsto invece dalla legge di stabilità. A proporlo è stata ieri al Senato la Lega con un emendamento al Documento di economia e finanza (Def), ma il M5S si è subito unito al Carroccio votando a favore e confermando così la linea dura di Grillo contro gli immigrati. Scelta che ha subito provocato reazioni durissme e accuse di razzismo, tanto da spingere in serata i senatori grillini a una prudente retromarcia: «Abbiamo votato sì all’emendamento della Lega nord esclusivamente per fare in modo che il bonus bebè, che il governo ha previsto solo per i nati del 2015, fosse esteso anche ai nati fino al 2017», spiega – ma non troppo – una nota del gruppo.
All’origine di tutto c’è, come spesso accade, Roberto Calderoli. Il vicepresidente del Senato, vero maestro nel condurre blitz parlamentari, presenta un emendamento al Def che di fatto destina gli 80 euro promessi da Renzi alle neo mamme solo ai figli di cittadini italiani o di un altro Paese dell’Unione europea. Niente, quindi, ai bebè figli di cittadini stranieri ma extracomunitari, anche se residenti in maniera regolare nel nostro paese. L’emendamento viene bocciato dall’aula grazie ai voti di Pd e Ncd, ma ottiene comunque il via libera del Movimento di Grillo che non si fa scrupolo a far sua l’iniziativa di Calderoli. Che vistosi battuto, sbotta: «E’ la dimostrazione che la maggioranza se ne frega della famiglia e dei bambini e stanzia risorse solo per gli immigrati» dice il vicepresidente del Senato, come se anche i figli degli immigrati non fossero bambini.
Ma l’emendamento leghista è ormai diventato un caso politico. E certo non per la presa di posizione della Lega, tipica della sua politica contro gli immigrati, ma proprio per l’adesione del M5S a un emendamento dal sapore decisamente discriminatorio. Il primo ad andare all’attacco è, ovviamente, il Pd. «Siamo ormai abituati al razzismo dilagante della Lega – dice la senatrice Rosa Maria Di Giorgi – ma che anche i senatori del M5S si prestassero a queste provocazini ci lascia francamente senza parole. Chissà se gli elettori che hanno votato per Grillo e che speravano in un cambiamento sanno che i loro rappresentanti in parlamento votano insime alla Lega». Sullo stesso tasto, quello del razzismo, insiste anche il senatore Miguel Gotor per il quale «i senatori grillini hanno dato prova della loro vera natura, impegnati a fare concorrenza alla destra più becera». Mentre per il presidente della commissione Diritti umani, Luigi Manconi, «il bolso buonismo di Lega e 5 Stelle, escludendo gli immigrati dal benificio del cosiddetto bonus bebè, dimostra ancora una volta la loro irresponsabile prodigalità».
Ormai il danno è fatto. Dopo le parole di Grillo sui «clandestini da rispedire a casa», e gli allarmistici avvertimenti sui presunti rischi per la salute derivanti sempre dagli immigrati (che già hanno fatto storcere la bocca all’elettorato più di sinistra del M5S) adesso la partita si completa con il tentativo di togliere il bonus di 80 euro ai bambini con genitori extracomunitari.
A un certo punto la cosa deve essere sembrata troppo anche agli stessi senatori grillini che l’hanno votata, fino a spingerli a correggere il tiro come possono. «Il Pd non perde occasione per strumentalizzare ogni singolo voto del M5S e veicolare messaggi falsi», spiega una nota del gruppo di palazzo Madama. «Sapevamo già che la discriminazione inserita nel testo della Lega sarebbe decaduta perché incostituzionale – scrivono i senatori pentastellati – mentre sarebbe rimasta esclusivamente l’estensione del bonus a tutti i bimbi nati nel prossimo triennio. La nostra battaglia è rendere strutturale per tutti il bonus bebè, come dimostreremo con nostre proposte emendative alla legge di stabilità».