Giusi Nicolini, ex sindaco di Lampedusa è stata voluta dal segretario Matteo Renzi nella nuova segreteria del partito, ma le sue posizioni sull’immigrazione collimano sempre meno con quelle dell’ex premier.

Il pugno di ferro minacciato da Renzi contro le ong, Esposito che dice che la solidarietà non ce la possiamo permettere, i decreti Minniti, l’aut aut sul codice di condotta, Giusi Nicolini lei ha un altro profilo politico, non si trova a disagio in questo Pd?

Il disagio c’è a vivere questo clima di caccia alle streghe nel Paese. Penso che il Pd sia l’unica vera trincea alle destre e al populismo e ho sentito Renzi chiedere il pugno di ferro solo per chi eventualmente abbia commesso reati. Se poi anche a sinistra si vuole continuare nell’errore di sbranarsi a vicenda, tra poco avremo le destre a distruggere ogni traccia di umanità e speranza di un futuro migliore per tutti. Personalmente sto con Msf e con le ong che non hanno firmato il codice per difendere la vita e la loro indipendenza a presidiare il campo della guerra che l’Europa ha dichiarato ai disperati del nostro tempo. Ma non dimentico che l’Italia guidata dal Pd ha lanciato Mare Nostrum, la prima campagna a scopo umanitario nel Mediterraneo e ha poi rivendicato con orgoglio l’opera di soccorso della nostra Guardia costiera e della Marina Italiana. Mi preoccupo, invece, se anche a livello di amministratori locali, non si riesce a trasmettere un messaggio di fiducia a un’opinione pubblica affamata di odio verso i migranti perché pilotata, plagiata da mesi e mesi, in un disegno non esplicito che criminalizza la solidarietà. Una campagna iniziata da Frontex che poi non so come è riuscito a convincere le procure italiane e così via.

Questo disegno è stato perseguito dal Pd e dal governo, non le pare?

Il governo è concentrato a dare un senso di sicurezza e di controllo sui migranti. È vero che è un momento terribile ma il messaggio populista e antisolidale va disarticolato, così come bisogna stare attenti a non fare il gioco dell’Europa, che vuole far diventare l’Italia la grande frontiera a Sud. Non sono certo i migranti a non far dormire molti italiani, ma semmai il fatto che hanno figli grandi ancora a carico, che non riescono a pagare il mutuo, che stanno per entrare in cassa integrazione. C’è insomma bisogno di ricreare un clima di fiducia, sia per il lavoro che per le forme di protezione sociale. Se invece si determina un clima di disperazione nel Paese, poi è facile addossare la colpa al nemico che viene da fuori, basta solleticare paure ancestrali, ma è molto pericoloso. Nello stesso tempo occorre superare il clima emergenziale nell’accoglienza, che genera le preoccupazioni sulla sicurezza. Infatti si parla solo di sicurezza, alla fine, di una percezione di pericolo verso chi è più povero, dorme sotto un ponte o in un piazzale, abbandonato, e se non ci fossero le Chiese e le onlus come il Baobab a Roma, sarebbe ancora più abbandonato.

Il contesto della Libia è difficile, anche l’Onu dice che non è chiarissimo distinguere tra guardiacoste libici e trafficanti. Lei che idea si è fatta?

Verissimo. Le connivenze tra i gendarmi libici e la tratta di esseri umani sono ben note. La responsabilità non è certamente delle ong. Persino contro padre Zerai sono state sempre dette un sacco di malignità, è stato anche minacciato. Mi fa rabbia che questi bravi ragazzi – intende della Iuventa ndr – siano caduti in una trappola così, senza rendersene conto. Ma se proprio non si vogliono le ong in quel tratto di mare, bene, intervengano allora gli Stati, tutti gli Stati, a fare soccorsi in mare. Msf e la Croce rossa facevano assistenza nei Centro di Lampedusa finché c’è stato un vuoto, poi è arrivata la Asl della Regione e se ne sono andate a fare altro.

Le ong hanno solo un ruolo di supplenza, giusto?

Sì, e di denuncia e mobilitazione. Se danno tanto fastidio, si torni a Mare Nostrum, a una Mare Nostrum europea. E, soprattutto, si aprano canali di ingresso legali e sicuri, perché solo così’ si possono governare i flussi. L’Europa è il problema, con il sistema hotspot e l’irrigidamento di Dublino, ha deliberatamente imprigionato noi con i migranti, che prima invece per lo più se ne andavano, cercavano di raggiungere i paesi del Nord. È un disegno lucido, al quale dovremmo opporci sospendendo Dublino, prendendo una grande nave carica di migranti (non appena soccorsi, però) e portandola in Francia. Questa chiusura della Ue ci costringe però anche a fare i conti con tante cose, come la programmazione dell’accoglienza, che non si improvvisa. Ma deve essere chiaro che le ong non sono fattore di attrazione o la causa delle migrazioni. Sono solo il sintomo della solitudine dell’Italia nel Mediterraneo e in Europa.