Si conclude dopo sei mesi di peripezie la stravagante vicenda giudiziaria di Nicoletta Dosio, storica militante del movimento Notav. La Corte di Cassazione ha annullato l’originaria applicativa delle misure cautelari per i fatti inerenti gli scontri del giugno 2015, cancellando così tutti i successivi aggravamenti scaturenti dalla resistenza di Nicoletta Dosio, che non ha mai rispettato né l’obbligo di firma presso la caserma dei Carabinieri di Susa, e men che meno i successivi arresti domiciliari. Il cortocircuito mediatico giudiziario era ormai fuori controllo: una donna ultra settantenne girava da mesi l’Italia sfidando la Procura di Torino, giungendo a farsi arrestare, e successivamente condannare in un processo per direttissima, quando si è presentata di sua volontà presso il Tribunale di Torino lo scorso novembre.

Passa quindi la linea di Armando Spataro, Procuratore della Repubblica a Torino, che da tempo chiedeva la revoca delle misure restrittive per l’evidente innocuità di Nicoletta Dosio, nonché per il danno d’immagine derivante da una vicenda che vedeva protagonista una “piccola donna”, contrapposta al gigante inquisitore. E’ stato però necessario giungere al terzo grado di giudizio perché nessun giudice torinese ha accolto le richieste del procuratore capo Armando Spataro; inoltre, come nel caso del processo per “terrorismo”, la Cassazione “smentisce” la linea intransigente della Procura di Torino. Nicoletta Dosio, già docente di greco e latino presso il liceo Norberto Rosa di Bussoleno, viene depotenziata, messa in sicurezza: estremo tentativo di mitigare l’impatto della sua resistenza che raccoglie simpatizzanti in tutta Italia.