Nel primo trimestre 2013 Netflix ha superato la HBO per numero di abbonati.  Il sorpasso è “storico” perché vede un servizio di streaming superare per numero di spettatori per la prima volta un emittente tradizionale – anche se tradizionale non è forse la parola migliore per descrivere il canale premium della Time Warner.

La HBO è naturalmente il più prestigioso dei canali tematici, che ha praticamente inventato il genere della nuova fiction che oggi a Hollywood ricopre per molti versi il ruolo che una volta aveva il cinema indipendente. A partire dai Sopranos, Wire, Six Feet Under, Big Love e Game of Thrones, le serie HBO hanno istaurato un nuovo modello e attratto il meglio del talento creativo. Disponibile per un abbonamento di circa $20 euro al mese, in America il canale ha 27 milioni di abbonati, meno dei 29 milioni attuali di Netflix.

 

Quest’ultima ha iniziato otto anni fa come servizio di noleggio DVD per posta a fronte di un abbonamento fisso mensile senza limite di visioni , e si è rapidamente espanso come servizio on-demand: si seleziona il titolo desiderato da una vasta library online e si guarda istantaneamente il contenuto  su computer o TV connessa  via wifi. Dall’anno scorso il servizio è dispnibile anche in Scandinavia, Inghilterra, Irlanda e alcuni paesi sudamericani – in America oggi il volume di video in streaming su Netflix rappresenta un quarto del traffico complessivo su internet.

Di recente Netflix ha anche cominciato a produrre serie originali: Lillyhammer con Steve Van Zandt nei panni di un mafioso newyorchese al confino in Norvegia, poi House of Cards di David Fincher con Kevin Spacey su un politico corrotto di Washington  e ora il “reeboot” della serie TV cult Arrested Development e l’horror-mystery di ispirazione Twin Peaks, Hemlock Grove. Le serie sono visionabili in streaming per gli abbonati senza un costo aggiuntivo. La novità del modello Netflix inoltre consiste nel mettere online l’intero contenuto sin dall’inizio; i 13 episodi di ogni serie sono cioè scaricabili sin dal primo giorno come meglio aggrada l’utente, che non è più costretto ad aspettare un nuovo episodio ogni settimana.

Il sorpasso conferma la tendenza ineluttabile verso lo streaming e il modello on-demand, piuttosto che una distribuzione centralizzata secondo modalità imposte dall’emittente – un trasferimento di controllo sempre maggiore verso l’utente che nel mondo di video youtube e contenuti downloadabili da internet, sta rapidamente diventando l’unica opzione praticabile. Almeno nei  territori che non si ostinano a trasmettere fiction a puntate sulle vite dei santi in prima serata.