È terminata con un nulla di fatto la Cabina di regia sul Covid, ieri pomeriggio. A presiederla il premier Mario Draghi con otto ministri, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, e il direttore del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli. La quadra tra le richieste dei tecnici e le due anime della maggioranza, quella favorevole alle misure più stringenti (Pd, 5S e Leu) e l’altra aperturista, capitanata dalla Lega con Fi e Iv, non è stata trovata. «C’è questa discrasia tra l’esigenza di mettere in campo misure di contenimento e sostenere le attività che soffrono – la sintesi del ministro 5S Patuanelli -. Il modello di divisione in fasce di colore deve essere mantenuto. Alcune misure restrittive dovranno essere implementate come abbiamo fatto a Natale. Come zone rosse nei festivi e pre festivi, nel periodo intorno a Pasqua». Pesa anche la contrarietà alle strette a livello nazionale di una parte dei governatori (come i presidenti Veneto e Liguria).

NUOVI DATI SULL’EPIDEMIA saranno sottoposti oggi alla conferenza Stato – Regioni così, dopo il passaggio con gli enti locali, domani il Consiglio dei ministri dovrebbe varare le misure. Martedì il governo aveva convocato il Cts per far stilare un nuovo parere da mettere sul tavolo ieri. I tecnici hanno reiterato le raccomandazioni fatte fin da gennaio e ripetute con maggiore insistenza da febbraio, quando la variante inglese ha fatto impennare la curva dei contagi. Tra le misure, ristoranti chiusi a pranzo e anticipo del coprifuoco nelle zone gialle; restrizioni nel fine settimana per tutti come a Natale; zona rossa automatica con 250 casi per 100mila abitanti.

A riunione terminata, è arrivata la nota di Silvio Berlusconi: «Scongiurare un nuovo lockdown generalizzato, che potrebbe avere conseguenze molto gravi sull’economia. Dobbiamo garantire una decisione ponderata per quanto riguarda i divieti per i cittadini e le chiusure per le aziende ed anche garantire risarcimenti adeguati e veloci». Matteo Salvini aveva messo le mani avanti già in mattinata: «Interventi mirati ed efficaci, che mettano in sicurezza le zone più a rischio, senza però chiudere tutto in tutta Italia. Nei week end non servono più chiusure ma più controlli». Nel pomeriggio ha aggiunto: «Dove la situazione è sotto controllo, penso alla Sardegna, aprire attività culturali, sportive, palestre, teatri, oratori, piscine e centri fitness in sicurezza è assolutamente cosa da fare». Le tensioni nella maggioranza non sono state risolte. Intanto si lavora al piano vaccinale.

IL COMMISSARIO all’emergenza Francesco Paolo Figliuolo e il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, illustreranno la nuova road map entro il fine settimana, Draghi domani visiterà il centro vaccinale di Fiumicino, a Roma, e da lì potrebbe indicare le linee guida della seconda fase della campagna. Il collo di bottiglia della scarsità di dosi dovrebbe essere superato da aprile in poi: in Italia dovrebbero arrivare 532mila dosi in più da Pfizer a cui si aggiungeranno 6,5 milioni di dosi del Johnson&Johnson (che sarà approvato oggi dall’Ema). Nel secondo trimestre dovremmo arrivare a oltre 36,8 milioni di dosi per Pfizer, Astrazeneca e Moderna.

IN CONFERENZA Stato – Regioni si discuterà anche delle raccomandazioni, che saranno aggiornate, per l’accesso ai vaccini. I ministri Stefani e Speranza hanno chiarito che la priorità in questa nuova fase andrà alle persone con disabilità grave e caregiver, quindi i fragilissimi. Poi si andrà avanti per fasce di età decrescenti. In campo per la distribuzione delle dosi c’è già l’Esercito e Poste Italiane con la Sda. Poste ha messo a disposizione anche la piattaforma per le prenotazioni, che per adesso è utilizzata da sei regioni (Lombardia, Sicilia, Calabria, Marche, Abruzzo e Basilicata) ma potrebbe diventare lo strumento standard.

NODO VACCINATORI. Confindustria, in attesa della sottoscrizione di un protocollo specifico, ha avviato una ricognizione per individuare le imprese che idonee a diventare siti vaccinali, in particolare quelle che hanno i camici bianchi in sede. Se gli accordi sottoscritti con i medici di base ancora non decollano (e all’appello mancano ancora Venero e Friuli Venezia Giulia, che non hanno firmato le convenzioni), ieri il ministero ha chiuso l’accordo con gli odontoiatri per somministrare i vaccini. Diventano così oltre 150mila i medici che potrebbero dare il loro contributo alla campagna vaccinale: i 63.600 odontoiatri si aggiungono ai 40mila specializzandi e ai 60mila medici del territorio, professionisti che comunque dovranno dare l’adesione su base volontaria.

SONO STATI 22.409 i nuovi casi di Coronavirus ieri in Italia su 361.040 test. Il tasso di positività è salito al 6,2%. I decessi sono stati 332. In netto aumento i ricoveri: in terapia intensiva ci sono 71 pazienti in più, per un totale di 2.827; i ricoveri ordinari crescono di 489 unità, 22.882 in tutto; 461.365 i pazienti in isolamento domiciliare. La regione con più nuovi casi è stata la Lombardia (4.422) seguita da Campania (3.034), Emilia Romagna (2.155), Piemonte (2.086).

IN BASE AI DATI DELL’ISS, la variante inglese domina nettamente rispetto alle varianti brasiliana e sudafricana, con una stima di prevalenza a livello nazionale del 54% (con una forchetta tra lo 0% e il 93,3%). La stima per la variante brasiliana è del 4,3%, per la sudafricana dello 0,4%. Piemonte e Puglia a rischio zona rossa, la Campania (con l’Rt a 1,76) inasprisce i divieti: fino al 21 marzo, salvo la fascia oraria 7.30-8.30, chiusi al pubblico parchi urbani, ville comunali, giardini pubblici, lungomare e piazze; vietati fiere e mercati per la vendita al dettaglio, compresi i generi alimentari.