L’ipotesi, seppure è mai esistita, è naufragata subito. Palazzo Madama non vedrà nascere nessun gruppone formato dai fuoriusciti di M5S, Sel e Pd. Se qualcuno sperava che il dissenso dei 14 senatori democratici, ma soprattutto le travagliate vicende del partito di Nichi Vendola potessero portare nuovi equilibri a palazzo Madama, resterà probabilmente deluso. Intanto perché, contrariamente a quanto accade alla Camera dove anche ieri Sel ha dovuto registrare un altro passaggio al gruppo misto, al Senato i sette senatori vendoliani formano una pattuglia che almeno per ora resta unita. Gli unici due che nei giorni scorsi venivano dati in probabile uscita, il presidente della giunta per le autorizzazioni Dario Stefàno e Massimo Cervellini, smentiscono tutto e restano al loro posto. Per quanto riguarda i dissidenti del Pd, invece, ci ha pensato il senatore Massimo Mucchetti a spegnere sul nascere ogni tentazione: «Non ci sono possibilità che al Senato venga costituito un gruppo comune con Sel ed ex del M5S», ha detto. «Non so chi ne parla – ha aggiunto Mucchetti -. Io dovei essere uno di quelli che ne parlano e non ne parlo. Quindi mi sembra che ci sia una vera e propria elucubrazione».
Certo, è vero che in politica ogni giorno racconta una storia diversa ma almeno ufficialmente, e almeno per ora, tutto sembra destinato a restare come è. Questo non significa che i movimenti in corso nel Pd e in Sel vengano ignorati dagli espulsi del M5S. Anzi. Gli ex grillini guardano con grande attenzione in particolare alle vicissitudini dei vicini di banco vendoliani, nella consapevolezza però che i progetti politici al momento restano diversi. E questo nonostante nei mesi passati non siano mancati momenti di convergenza, facilitati anche dal fatto che gli ex M5S e Sel siedono insieme nel gruppo Misto. Una frequentazione quotidiana che ha creato rapporti di amicizia e di stima e favorito prese di posizione comuni. «E’ capitato di fare riunioni insieme e di firmare gli stessi emendamenti. Certo c’è vicinanza politica, me nessun progetto in comune» assicura Luis Alberto Orellana, uno dei senatori cacciati da Grillo.
La parola d’ordine è prudenza. In questi giorni gli ex grillini stanno mettendo a punto la creazione di un proprio gruppo autonomo. I numeri per formarlo ci sono e la data di nascita è fissata per la fine di luglio. Ma per adesso non sono previste adesioni al di fuori di ex grillini. E la cosa vale soprattutto per eventuali fuoriuscite da Sel. «Alla Camera i deputati che hanno lasciato Vendola marciano in direzione di Renzi, e questa è una prospettiva che a noi non interessa proprio» spiega Francesco Campanella, altro storico ex del M5S. Tutt’al più un’ipotesi di lavoro comune potrebbe riguardare non chi esce da Sel ma chi resta, vista l’intenzione di entrambe le formazioni di restare all’opposizione. Per questo più che all’ipotesi di un gruppo unico si starebbe ragionando sulla possibilità di creare un coordinamento comune. Un processo che però si annuncia lungo, soprattutto perché tra gli ex grillini convivono sensibilità ed esperienze politiche diverse. «La maggioranza di noi non ha mai militato in un partito, e anche per chi lo ha fatto ormai è un’esperienza lasciata alle spalle da parecchi anni», prosegue Orellana. «Facciamo quindi fatica a capire certe logiche dei colleghi di Sel, mentre preferiremmo fare qualche ragionamento politico in più». Ecco: avanti piano per l’appunto.