Gaza brucia nella giornata del Nelson Mandela International Day. Il primo dopo la morte, il 5 dicembre scorso, dello statista sudafricano e icona mondiale della lotta all’apartheid che ieri avrebbe compiuto 96 anni.
“L’apartheid è finita grazie a Nelson Mandela, a innumerevoli altre persone e alle azioni delle Nazioni Unite. Ma il nostro pianeta e la sua gente affrontano ancora terribili minacce. Il Nelson Mandela Day è una chiamata all’azione” per contribuire a risolvere problemi reali, ha dichiarato Ban Ki-moon.

Mentre i fatti ci dicono che Israele invece ha voluto l’ennesima chiamata alle armi contro i gazawi.
“È chiamata Terra Santa. È una terra speciale per Dio. La nostra libertà non vale davvero molto e la libertà dei palestinesi sarà la vera libertà degli israeliani…”, è stato il messaggio di Desmond Tutu da Cape Town che ha anche aggiunto: “Confina con l’insopportabile pensare a un 18 luglio in assenza di Madiba. C’è un vuoto nei nostri cuori e nel nostro mondo”.

In Sud Africa oltre alle iniziative di solidarietà per i più bisognosi, sono continuate le dimostrazioni di protesta contro l’offensiva nella striscia di Gaza.

A Johannesburg in migliaia si sono riuniti davanti all’ambasciata israeliana per una manifestazione organizzata dal Boycott, Divestment and Sanctions (BDS) locale. Mentre l’Anc Youth League Western Cape (Ancyl) ha rinviato la manifestazione alla prossima settimana davanti alla South African Zionist Federation dopo che la città di Cape Town ha negato l’autorizzazione per ieri.

Tanto l’ala giovanile dell’African National Congress (Anc) della provincia del Western Cape tanto il gruppo pro-palestinese Bds hanno chiesto l’espulsione dell’ambasciatore israeliano in Sud Africa. Ed entrambi hanno ricordato come Nelson Mandela si fosse più volte espresso a sostegno della causa palestinese citando una sua frase: “Sappiamo fin troppo bene che la nostra libertà è incompleta senza la libertà dei palestinesi”.
“Celebreremo il Mandela Day con lo stesso spirito di incrollabile solidarietà con il popolo palestinese che Tata Mandela ha vissuto”, ha dichiarato alla stampa locale Muhammad Khalid Sayed dell’Ancyl.

Mercoledì scorso era stato il deputato dell’Economic Freedom Fighters (Eff) Magdalene Moonsamy a chiedere al governo di espellere l’ambasciatore di Israele in Sud Africa e di ritirare il proprio da Israele. “Abbiamo intenzione di andare a Gaza … ci impegniamo nella solidarietà con il popolo di Gaza” aveva detto a una folla di manifestanti riunitisi davanti alla sede del Parlamento sudafricano di Città del Capo con striscioni che scandivano slogan come “Israele dovrebbe essere spazzato via dalla carta geografica”, “Free, free Palestine”, “Viva Palestine, Viva Hamas”, “Netanyahu: un clone di Hitler”.

Lo stesso giorno il ministro sudafricano per le Relazioni e la Cooperazione internazionali aveva espresso l’intenzione in margine al vertice dei Brics in Brasile di convocare l’ambasciatore israeliano Arthur Lenk per chiedere spiegazioni sui bombardamenti a Gaza.

La giornata dedicata a Mandela fu istituita nel 2009 dall’Onu in riconoscimento al grande contributo del leader sudafricano alla democrazia, alla giustizia e alla riconciliazione. Viene celebrata a livello mondiale ogni anno il 18 luglio, giorno della nascita dello statista, con iniziative a sostegno dei più deboli e degli emarginati.
Diversi gli eventi in programma ieri in molte città tra cui Parigi, New York, Dallas, Londra, Edimburgo, Firenze – dove la statua del Nettuno in piazza della Signoria è stata illuminata coi colori della bandiera del Sudafrica – e in Cina.

Presso la sede delle Nazioni Unite, l’Assemblea Generale l’ha celebrata con una riunione informale. Mentre una campagna di solidarietà è stata lanciata anche sui social media con l’hashtag #67minutes che raccoglie tutte le iniziative a favore di Habitat for Humanity, organizzazione impegnata nella costruzione di case per milioni di persone in tutto il mondo.