Come la feroce rivalità a destra, tra Sarkozy e Fillon, che si preparano a contendersi (con Juppé) la candidatura alle prossime presidenziali del 2017, ha potuto trasformarsi in una nuova crisi per Hollande? Il segretario generale dell’Eliseo, Jean-Pierre Jouyet, era ieri sull’orlo delle dimissioni, accusato dalla destra di aver “mentito” e di essere al centro di uno “scandalo di stato”. Un libro d’inchiesta di due giornalisti di Le Monde, Gérard Davet e Fabrice Lhomme, Sarko s’est tuer (ed.Stock), dedicato alle undici inchieste giudiziarie che pesano sull’ex presidente, racconta di un pranzo in un ristorante vicino all’Eliseo, durante il quale l’ex primo ministro François Fillon avrebbe chiesto a Jouyet di “agire in fretta” facendo pressioni sulla giustizia per arrivare all’incriminazione di Sarkozy (nel caso delle penalità per aver sforato il tetto della spesa nella campagna 2012, fatte pagare dall’Ump). L’obiettivo era bloccare la strada del ritorno di Sarkozy all’Eliseo (il titolo del libro è un errore di grammatica diventato un tormentone in Francia in seguito a un fatto di cronaca dove il presunto assassino sarebbe stato designato dalla vittima morente in modo sgrammaticato, tuer all’infinito invece di tué al participio passato). Jouyet, in un primo tempo, ha smentito il tenore della conversazione, seguito da Fillon, che nega di aver fatto una richiesta del genere. I giornalisti, pero’, hanno le prove: ieri, la registrazione delle rivelazioni di Jouyet a Davet e Lhomme è stata consegnata all’Afp (i due giornalisti sono stati ricevuti più volte da Jouyet all’Eliseo, perché stanno preparando un libro su Hollande). Fillon, sospettato di essere un “traditore” che voleva affossare Sarkozy, ha contrattaccato, accusando – con tutta la destra – Jouyet di essere un “bugiardo”: avrebbe raccontato ai giornalisti una conversazione che non è mai esistita. Fillon, che vuole denunciare i due giornalisti, parla di “complotto”, Sarkozy, che da sospetto colpevole in undici inchieste si è trasformato anch’egli in vittima di un nuovo “complotto”, per il momento tace e approfitta della situazione.

Hollande, sempre più impopolare, è nell’imbarazzo. La destra chiede le dimissioni di Jouyet e anche a sinistra non sono più in molti a difendere il segretario generale dell’Eliseo, amico di lungo corso di Hollande (hanno studiato assieme all’Ena), ma che è stato anche ministro con Sarkozy (agli Affari europei) nel 2007-08. A che gioco sta giocando Jouyet? La sinistra del Ps si interroga sugli obiettivi dell’ex presidente dell’Autorità dei mercati finanziari e della Banca pubblica di investimento, che ha guidato la svolta social-liberista di Hollande e ha portato l’ex banchiere Manuel Macron nel governo Valls come ministro dell’Economia. L’Eliseo sottolinea che da quando Hollande è presidente non ci sono più state interferenze con le procedure giudiziarie. Ma la destra continua ad urlare al complotto, accusa l’Eliseo di aver messo in atto un “gabinetto occulto” con il solo scopo di bloccare il ritorno in politica di Sarkozy.

Quando scenderà il polverone sollevato da quella che il presidente dell’Assemblea nazionale, Claude Bartolone, ha definito la “gaffe” di Jouyet, resteranno le rovine della destra. Fillon, già bassissimo nei sondaggi, potrebbe venire spazzato via dallo scandalo del “tradimento”. Sarkozy, che tra una ventina di giorni corre (contro due sfidanti di secondo piano) per la conquista della presidenza dell’ormai quasi cadaverica Ump, dovrà comunque fare i conti con le inchieste giudiziarie in corso, prima di avere via libera per tentare di vincere la candidatura a destra per l’Eliseo nel 2017. Il libro Sarko s’est tuer indaga nei dettagli delle undici procedure in corso contro Sarkozy, “moralmente ineligibile”, secondo i due autori, ma che, grazie alla confusione causata dal comportamento ambiguo di Jouyet, spera di recuperare terreno (anche se a destra Alain Juppé, che guarda e tace, è vincente nello scontro Sarkozy-Fillon). Mentre Hollande è oggettivamente messo ancora di più in difficoltà. Assieme alla V Repubblica, che ormai mostra tutta l’inadeguatezza ai tempi.